Mattarellum, porcellum, spending review il linguaggio della politica italiana tra l'esperanto e il latinorum.
Chissà se il Manzoni avrebbe potuto
mai immaginare che il “latinorum” del Dottor Pettola,
meglio noto come Azzeccagarbugli nei Promessi Sposi, avrebbe
avuto così seguito nel gergo della politica italiana?
Non è ben chiaro se coniare frasi evocative (evocative di cosa poi?)
come “Smacchiare il leopardo”, latinismi dall'origine
dubbia o meglio ancora usare a piene mani termini stranieri (inglesi
per lo più) o acronimi dal significato oscuro sia solo un aspetto
simpaticamente goliardico dei nostri governanti o piuttosto un modo
per rendere la politica ancora più incomprensibile alle
orecchie di molti? E poi si lamentano della sempre più crescente
indifferenza alla politica e parlano di trasparenza.
Fatto sta che il gergo politico
italiano è diventato una vera babele di linguaggi: dal “mattarellum”
al “porcellum”, dal “tatarellum”
all'”italicum”sembriamo tornati al mondo dei romani benché
il latino non sia più da anni una materia obbligatoria nelle scuole,
ma forse questo latinorum fa comodo ai media ( e si pronuncia
esattamente media, non midia come fanno alcuni, perché è una parola
latina) perché fa più “presa” sul pubblico, è più trend.
Ed ecco che arriviamo all'inglese: perché in Italia abbiamo la
spending revew e non la semplice revisione di spesa, che
capirebbe anche la vecchietta che va al mercato per comprare quello
che la pensione le permette. Beh, se proprio ha difficoltà ad
arrivare a fine mese può sempre sperare di contare sulla nuova
politica del welfare, è molto più autorevole come parola
della semplice assistenza sociale, ma a patto che lo spread si
mantenga in ambiti ragionevoli e che le agenzie di rating non
ci penalizzino troppo.
Qui però non è più affare che
riguardi il “popolino”, è compito della UE che attraverso le
delibere della CE regola e delibera sul mercato azionario tra CCT,
OPA OPS e OPV (naturalmente in questo link sono riportati isignificati di queste abbreviazioni). Ma in fondo, a parte l'ironia,
se ancora è valida la regola romana del dìvide et ìmpera è ovvio
che il latinorum ci “azzecca” eccome, perché meno la
gente ci capisce qualcosa e più è facile governare. Ave.
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