Concluso l'evento della canonizzazione dei due Papi santi vediamo di capire quanto ci è costato in termini di soldi.
Forse la canonizzazione
dei due Papi, Giovanni XXIII e Giovanni
Paolo II, verrà ricordata come l'evento del secolo, quasi un
milione di fedeli provenienti da tutto il mondo hanno invaso la
Capitale per il grande evento ed ora che il nostro calendario si è
arricchito di altri due santi proviamo a fare due conti sui costi di
questa celebrazione. Le cifre esatte non è possibile elencarle con
precisione, ma alcuni dati ci fanno capire l'enormità di denaro che
ha girato intorno a questa attesa canonizzazione e sono dati
davvero impressionanti. Il dato più attendibile è la cifra che ha
sborsato il Vaticano: 500.000 euro, ma attenzione, la Chiesa
in realtà non ha tirato fuori neanche una lira perché, come ha
dichiarato l'amministratore delegato nonché vice-presidente
dell'Opera Romana Pellegrini, monsignor Liberio Andreatta, a sborsare
i denari sono stati gli sponsor, e che sponsor potremmo dire: Banca
Intesa San Paolo, Eni, Banco Popolare, Unicredit, Generali
Assicurazioni, Benetton, Società Atostrade e Società Aeroporti per
citare le più importanti, mentre come “media partner” si è
impegnata l'agenzia di stampa AGI.
E fin qui niente di clamoroso se non
fosse che in realtà la somma più consistente per consentire la
canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II l'ha
sostenuta l'Italia. Addirittura 11 milioni di euro secondo alcuni, ma
come abbiamo detto una stima precisa è difficile da fornire data la
frammentazione delle spese, ma se vediamo alcuni dati un'idea
possiamo farcela da soli: per assicurare l'ordine pubblico tra gli
oltre 800.000 pellegrini presenti a Roma lo Stato italiano
ha dovuto disporre in campo 2.400 poliziotti, 2.000 Vigili Urbani,
1.000 netturbini oltre a 3.000 volontari di varie associazioni e
centinaia di persone tra personale medico e paramedico. Tranne i
volontari, tutte queste persone sono state pagate con denaro
pubblico.
Inoltre, solo per i 1.000 bagni chimici
disseminati nella Capitale, sempre lo Stato italiano,
ha speso 1,8 milioni di euro, 710.000 euro sono stati spesi per
potenziare i trasporti pubblici urbani, 430.000 euro per l'acquisto
di 4 milioni di bottiglie di acqua e 146.000 euro per le 800
transenne metalliche che sono servite per incanalare il flusso dei
fedeli.
Naturalmente l'enorme massa di
visitatori che si sono riversati a San Pietro e nella
Capitale hanno portato un rientro economico: ristoranti e
alberghi pieni, souvenir e gadget di vario genere raffiguranti i due
Papi hanno certamente fatto la felicità di qualcuno, ma a questo
va aggiunto anche il guadagno nel sommerso che per lo Stato
italiano non frutterà nessun incasso. Nei giorni che hanno
preceduto l'evento la Guardia di Finanza ha posto sotto sequestro 23
bed and breakfast perché considerati irregolari o abusivi in quanto
privi di autorizzazione o in difetto alle norme sanitarie o fiscali e
a sole poche ore prima dell'evento la stessa G.d.F. aveva sequestrato
700.000 souvenir falsi per un valore stimato di oltre 3,5 milioni di
euro, 7 milioni dall'inizio dell'anno e, naturalmente, chissà quanti
altri casi simili sono sfuggite ai controlli delle autorità.
A questo punto però viene da fare
qualche considerazione:
1° in Italia si parla di crisi e
disoccupazione e aumentano i casi di disperazione che conducono le
persone a gesti estremi, senza togliere nulla all'importanza
dell'evento per il mondo cattolico (è la prima volta di una
canonizzazione contemporanea di due Papi) quanti posti
di lavoro in più si sarebbero potuti realizzare?
2° non tutti i cittadini italiani
praticano la fede cattolica, ma anche se sono una minoranza hanno
contribuito anch'essi a questa spesa gigantesca
3° lo Stato del
Vaticano, il più piccolo Stato al mondo, è la capitale di
tutta la cristianità del pianeta perché allora queste spese solo a
carico dell'Italia?
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