Se dividessimo il debito pubblico nazionale per ogni singolo cittadino avremmo 35.058 sul groppone di ciascuno
Nasciamo già indebitati.
Infatti, stando ad una indagine condotta da Adusbef e
Federconsumatori sul debito pubblico nazionale, sul capo di
ogni cittadino italiano (attualmente siamo 59,5 milioni di abitanti)
grava un onere di ben 35.058 euro. I casi sono due: o facciamo
una grande quantità di figli in modo tale da frazionare
ulteriormente questa cifra o ci rassegnamo all'idea di mettere al
mondo una creatura già oberata di debiti.
Ovviamente questo non significa che
ciascuno di noi debba firmare una pila di cambiali per affrancarsi da
questo pesante debito, ma vuol dire che quei 2.085.951
miliardi non possono essere utilizzati per creare nuovi posti di
lavoro, migliorare il sistema sanitario, investire nella ricerca
o tutelare e valorizzare il nostro patrimonio artistico e ambientale.
Che il sistema italiano faccia acqua da tutte le parti è oramai
lungamente noto a tutti: corruzione, sprechi, clientelismi fanno sì
che la situazione anziché migliorare resti quanto meno invariata, ma
per dare una spallata a questo stallo ora ci prova il giovane Renzi,
o almeno così promette, con un programma che, nelle parole, sembra
risolutivo e di parole e di promesse ne abbiamo sentite tante fino ad
ora.
Proviamo a dargli credito? Potrebbe
realmente il nostro presidente del Consiglio ridurre quei 35.058
euro di debito che ci portiamo sulle spalle? Certamente
quegli 80 euro in più che presto ci vedremo in busta paga faranno
comodo a molti, la vendita delle auto blu è un segnale efficace per
dimostrare che si vuole tagliare anche sulla cosiddetta casta, così
come il tetto massimo ai mega-stipendi che avranno come limite quello
del presidente della Repubblica, ma per molti sembrano solo
programmi “ad effetto” che non toccano realmente i problemi del
Paese.
L'Italia non ha risorse naturali da
poter esportare se non il marmo bianco di Carrara, ma ha un
patrimonio artistico e naturale di incommensurabile valore, un
potenziale turistico straordinario e menti brillanti che si
distinguono in tutti i campi del sapere e che sono costrette ad
andare all'estero per poter esprimere tutte le proprie potenzialità.
Perché non incentrare un programma di ripresa in queste direzioni?
Quei 10 miliardi da dividere tra i lavoratori a medio reddito perché
non investirli nella ricerca o nella tutela del nostro, fatiscente e
abbandonato patrimonio artistico? Il caso di Pompei è
emblematico, ma se ne potrebbero citare a iosa.
Concediamo quindi a Renzi il
beneficio del dubbio come abbiamo sempre fatto noi elettori prima di
rimanere delusi, ma non sarà certo con 80 euro in più nella busta
paga (per quanto tempo poi non è dato saperlo) o qualche centinaio
di milioni frutto della vendita delle auto blu che vedremo risolto il
nostro problema del debito pubblico e i nostri figli
continueranno a nascere con un handicap di 35.085 euro,
servono investimenti sulle nostre risorse.
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