Almeno un centinaio di omicidi a sfondo razziale si possono ricollegare al sito Stormfront.org
Il razzismo viaggia sul web e
questo non desta certo meraviglia visto che su internet si può
trovare di tutto, ma uno studio condotto dal Southern poverty lawcenter, un'organizzazione americana che si batte contro i gruppi
razzisti che diffondono idee di odio razziale e religioso, ha
portato alla luce una realtà a dir poco agghiacciante: monitorando
il sito stormfront.com, conosciuto in tutto il mondo dai
fanatici per “la lotta per la sopravvivenza della minoranza
bianca”, è riuscito a collegare lo stesso sito a decine di
omicidi a sfondo razziale o religioso avvenuti negli ultimi
anni.
Stormfront.com, ospita al suo
interno dei forum dove si incontrano virtualmente soggetti
filo-nazisti da tutto il pianeta all'interno dei quali possono
scambiarsi idee e opinioni in maniera virale e globale che, come
documentato da Southern poverty law center, hanno portato ad
almeno un centinaio di omicidi ispirati dall'odio razziale e
religioso. Dal 2008, anno in cui fu eletto per la prima volta
Barak Obama, primo presidente di colore degli Stati Uniti, il
sito ha avuto un boom di nuovi utenti.
Il lavoro condotto dal Southern
poverty law center nel monitorare le conversazioni all'interno di
stormfront.com, ha dunque portato a dei risultati shoccanti:
tra i frequentatori del sito che vanta oltre 1800 visite giornaliere
di cui la metà al di fuori dei confini degli Stati Uniti vi erano
Andreas Behering Breivik, protagonista del massacro di 77
persone nel 2011 in Norvegia. Brivik fece prima saltare in aria un
edificio pubblico e poi, nell'isola di Utoya, uccise a sangue freddo
69 ragazzi radunati per un convegno socialdemocratico. Altro assiduo
frequentatore di stormfront.com era Wade Michael Page
autore della strage del 2012 nel Wisconsin dove persero la vita sei
persone all'interno di un tempio sikh oppure Frazier Glenn Cross
che appena la settimana scorsa ha ucciso tre membri della comunità
ebraica di Kansas City.
Al di là della pura e semplice cronaca
di avvenimenti terribili come le stragi appena citate, il rapporto
del Southern poverty law center, evidenzia ancora una volta,
come se non bastasse, l'influenza negativa e incontrollabile che
internet può avere su soggetti con forti problematiche sociali:
potersi incontrare all'interno di siti come stormfront.com,
come spiega l'autrice dello studio, Heidi Beirich, “alimenta il
terreno già fertile per quei soggetti che provano già odio e rabbia
per la propria situazione. E'lì che questa gente trova le ragioni
per spiegare come mai le loro vite non stanno andando come avrebbero
sperato. Stormfront aiuta loro a individuare un nemico, un
responsabile che ai loro occhi infrange i loro sogni di felicità,
che si tratti di ebrei, afroamericani, immigrati e così via.
Purtroppo -continual al Beirich- non sorprende che persone che
vivono in questo contesto intriso di razzismo violento, alla fine
prendano una pistola e agisscano secondo le loro convinzioni”.
Forse anche noi, in Italia, dovremmo domandarci se alcune
fazioni secessioniste e intolleranti verso l'immigrazione, non
possano giungere a gesti estremi come quelli che abbiamo visto, per
ora si è trattato di un carro armato di cartone, ma un domani?
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