domenica 20 aprile 2014

I finanziamenti USA ad al Qaeda nel conflitto in Siria, le menzogne della geopolitica

Emergono dati inquietanti riguardo la possibile fornitura di armi americane ai ribelli di al Qaeda nel conflitto siriano

Finanziamenti_USA
Le recenti rivelazioni di SeymurHersh, il noto giornalista americano già insignito del premio Pulitzer per le sue inchieste in ambito militare, aprono nuove ed inquietanti prospettive sul coinvolgimento degli USA nel conflitto siriano: l'America, attraverso una sorta di triangolazione con alcuni Paesi dell'area mediterranea, fornirebbe armi ai ribelli di al Qaeda. Stando alle informazioni di Hersh gli Stati Uniti avrebbero siglato un accordo con la Turchia, l'Arabia Saudita e il Qatar per inviare, attraverso la Libia, armi destinate ai ribelli di al Qaeda che combattono in Siria contro il regime di Bashar Al Assad.

Nel suo articolo il giornalista americano pone in evidenza il fatto che il mancato intervento americano dopo l'attacco turco di fine agosto 2013 ordinato dall'allora primo ministro Recep Tayyib Erdogan con armi chimiche nei pressi di Damasco fu dovuto esclusivamente alla valutazione sulla correlazione delle forze schierate in campo sul piano militare. E' evidente come gli Stati Uniti, la Francia e l'Inghilterra da una parte e la Turchia, l'Arabia Saudita e il Qatar dall'altra avrebbero molto da perdere da un'eventuale vittoria del regime del governo siriano che tra l'altro appare ormai inevitabile.

Da qui la decisione degli Stati Uniti di sostenere i ribelli di al Qaeda attraverso la fornitura di armi e denaro attraverso quello che la CIA ha soprannominato “il canale dei ratti” ovvero il corridoio libico che consente il passaggio di armi dagli arsenali dei tre Paesi mediorientali in territorio siriano, riforniti dagli stessi americani. La tesi è sostenuta dall'insabbiamento che fu fatto dalle autorità libanesi quando, nel maggio del 2012, lo stesso esercito libanese scoprì un carico di 60 tonnellate di armi stivate a bordo della Lutfallah II, destinate ai ribelli siriani. Con l'insabbiamento si volevano coprire i responsabili politici e i servizi di sicurezza collegati all'ex primo ministro Saad Hariri implicati nel traffico. Con questo Hersh afferma l'evidenza che l'atteggiamento assunto dal governo libanese rispondeva alle esigenze di Stati Uniti e Arabia Saudita.

Ma nella sua analisi Hersh va ancora oltre: citando fonti dell'intelligence americana afferma che Erdogan, a causa delle sconfitte subite dai ribelli siriani, sia in piena fibrillazione tanto da sostenere i terroristi di al Nusra, di stampo integralista islamico, di armamenti con il bene placito degli Stati Uniti. Al Nusra è la rappresentanza di al Qaeda in Siria accreditata dallo stesso Aiman al Zawahiri, uno dei maggiori sostenitori dell'aggressione contro Bashar al Assad sostenuto dagli USA, da altri governi occidentali come Francia e Inghilterra e dai Paesi arabi di Turchia, Qatar ed Arabia Saudita. A questo punto sorge una domanda: che fine hanno fatto tutte le dichiarazioni di questi paesi riguardo la lotta al terrorismo? Sono forse menzogne utili per certe occasioni?

Quello che emerge dall'analisi di Seymur Hersh è che Erdogan è un criminale di guerra che ha aiutato al Qaeda ad ottenere il gas tossico utilizzato contro la popolazione siriana nelle zone di Jan al Assal e Guta nelle vicinanze di Damasco per dare il pretesto alle forze NATO di intervenire militarmente contro il regime siriano, attacco inizialmente previsto per il 2 settembre del 2012 e mai messo in atto in considerazione delle conseguenze che avrebbe potuto provocare se nel conflitto fosse intervenuta la Russia notoriamente a sostegno del leader siriano.

Una cosa è certa: la cosiddetta lotta al terrorismo è un fatto puramente politico e di propaganda. In realtà la strategia terroristica fa parte di un piano geopolitico più vasto utile in diverse occasioni, poter gestire gruppi armati che agiscono al di fuori delle regole ufficiali si rivela utile quando non si vogliono esporre le bandiere.

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