Emergono dati inquietanti riguardo la possibile fornitura di armi americane ai ribelli di al Qaeda nel conflitto siriano
Le recenti rivelazioni di SeymurHersh, il noto giornalista americano già insignito del premio
Pulitzer per le sue inchieste in ambito militare, aprono nuove ed
inquietanti prospettive sul coinvolgimento degli USA nel
conflitto siriano: l'America, attraverso una sorta di
triangolazione con alcuni Paesi dell'area mediterranea, fornirebbe
armi ai ribelli di al Qaeda. Stando alle informazioni di
Hersh gli Stati Uniti avrebbero siglato un accordo con la Turchia,
l'Arabia Saudita e il Qatar per inviare, attraverso la Libia, armi
destinate ai ribelli di al Qaeda che combattono in Siria
contro il regime di Bashar Al Assad.
Nel suo articolo il giornalista
americano pone in evidenza il fatto che il mancato intervento
americano dopo l'attacco turco di fine agosto 2013 ordinato
dall'allora primo ministro Recep Tayyib Erdogan
con armi chimiche nei pressi di Damasco fu dovuto esclusivamente alla
valutazione sulla correlazione delle forze schierate in campo sul
piano militare. E' evidente come gli Stati Uniti, la
Francia e l'Inghilterra da una parte e la Turchia,
l'Arabia Saudita e il Qatar dall'altra avrebbero molto
da perdere da un'eventuale vittoria del regime del governo
siriano che tra l'altro appare ormai inevitabile.
Da qui la decisione degli Stati
Uniti di sostenere i ribelli di al Qaeda attraverso la
fornitura di armi e denaro attraverso quello che la CIA ha
soprannominato “il canale dei ratti” ovvero il corridoio libico
che consente il passaggio di armi dagli arsenali dei tre Paesi
mediorientali in territorio siriano, riforniti dagli stessi
americani. La tesi è sostenuta dall'insabbiamento che fu fatto dalle
autorità libanesi quando, nel maggio del 2012, lo stesso esercito
libanese scoprì un carico di 60 tonnellate di armi stivate a bordo
della Lutfallah II, destinate ai ribelli siriani. Con
l'insabbiamento si volevano coprire i responsabili politici e i
servizi di sicurezza collegati all'ex primo ministro Saad Hariri
implicati nel traffico. Con questo Hersh afferma l'evidenza
che l'atteggiamento assunto dal governo libanese rispondeva alle
esigenze di Stati Uniti e Arabia Saudita.
Ma nella sua analisi Hersh va ancora
oltre: citando fonti dell'intelligence americana afferma che Erdogan,
a causa delle sconfitte subite dai ribelli siriani, sia
in piena fibrillazione tanto da sostenere i terroristi di al
Nusra, di stampo integralista islamico, di armamenti con il
bene placito degli Stati Uniti. Al Nusra è la rappresentanza di al
Qaeda in Siria accreditata dallo stesso Aiman al Zawahiri, uno
dei maggiori sostenitori dell'aggressione contro Bashar al Assad
sostenuto dagli USA, da altri governi occidentali come Francia
e Inghilterra e dai Paesi arabi di Turchia, Qatar ed Arabia Saudita.
A questo punto sorge una domanda: che fine hanno fatto tutte le
dichiarazioni di questi paesi riguardo la lotta al terrorismo?
Sono forse menzogne utili per certe occasioni?
Quello che emerge dall'analisi di
Seymur Hersh è che Erdogan è un criminale di guerra che ha aiutato
al Qaeda ad ottenere il gas tossico utilizzato contro la
popolazione siriana nelle zone di Jan al Assal e Guta nelle vicinanze
di Damasco per dare il pretesto alle forze NATO di intervenire
militarmente contro il regime siriano, attacco inizialmente previsto
per il 2 settembre del 2012 e mai messo in atto in considerazione
delle conseguenze che avrebbe potuto provocare se nel conflitto fosse
intervenuta la Russia notoriamente a sostegno del leader
siriano.
Una cosa è certa: la cosiddetta lotta
al terrorismo è un fatto puramente politico e di propaganda. In
realtà la strategia terroristica fa parte di un piano
geopolitico più vasto utile in diverse occasioni, poter gestire
gruppi armati che agiscono al di fuori delle regole ufficiali si
rivela utile quando non si vogliono esporre le bandiere.
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