Non pagare le tasse è diventata una questione di “stile”. Con questa conclusione il pg Santamaria ha chiesto l'assoluzione per Dolce e Gabbana.
Se il prossimo 4 aprile, giorno della
sentenza, i giudici accoglieranno le motivazioni della difesa degli
stilisti Dolce e Gabbana, evadere le tasse in Italia
sarà non solo lecito, ma in più premiato. Condannati in primo grado
ad una pena di 1 anno e 8 mesi per avere trasferito la loro sede in
Lussemburgo (dove avrebbero pagato solo il 4% di royalties),
costituendo una società ritenuta fittizia, la Gado, ed evitando così
il fisco italiano, ora la loro situazione potrebbe ribaltarsi
se la tesi del pg Gaetano Santamaria, fosse accolta dai giudici della
seconda sezione della corte d'appello del tribunale di Milano.
Le motivazioni? Domenico Dolce e
Stefano Gabbana sono”impegnati tra stoffe, modelli, modelle,
ricevimenti, sono dei creativi e non me li immagino a gestire schemi
di abbattimento fiscale”, queste le parole della difesa che ha
aggiunto: “Sapete cosa significa per un'azienda avere la Guardia
di Finanza in sede? Per Dolce e Gabbana l'invasione della GdF è
stata anche un colpo alla credibilità del marchio”. Halleluya!
E così, in nome dello stile e della creatività, si vuol far credere
che i due stilisti, possessori di un marchio famoso a livello
mondiale e possessori della multinazionale che porta il loro stesso
nome, erano talmente impegnati nel loro lavoro di creativi da non
sapere come venisse gestita l'azienda.
In sostanza la tesi difensiva non solo
vorrebbe scagionare gli stilisti per il reato di evasione
fiscale, ma addirittura sottolinea come sia proprio la loro
imprenditorialità a renderli meritevoli di un elogio: Dolce e
Gabbana sono una espressione della creatività nazionale e
portano alto il nome dell'Italia in tutto il mondo (con un occhio
alle borse, guarda caso) e così, se passasse la tesi di Santamaria,
chiunque, purché facendolo con stile, sarebbe autorizzato ad
esportare lavoro e capitali all'estero (come d'altronde ha già
fatto Marchionne). Secondo questa teoria allora, dovremmo riabilitare
non solo Arsenio Lupin, ma anche Luciano Lutring, il
solista del mitra e Horst Fantazzini, l'anarchico ladro
gentiluomo di Bologna
Nessun commento:
Posta un commento