Altro è produrre un'opera altro il giudicarla, altro è esprimere un pensiero altro il criticarlo
E' strano che tra le varie professioni
esista quella del critico d'arte, che cosa fa di
preciso e a quale titolo? E' forse uno che ha studiato storia
dell'arte ed ha imparato a confrontare opere diverse trovando tra
di esse l'algoritmo (parola molto di moda in questi tempi) che le
accomuna o che le differenzia? E' colui che ci dice come apprezzare
un quadro, una scultura, una musica o qualsiasi opera d'arte solo
perché ne ha viste molte, sa dirti il nome dell'autore, la data
della realizzazione, il contesto sociale? Hummm! Mi pare troppo poco,
addirittura sbagliato nei termini essenziali. E' come se un'opera
possa acquistare valore artistico solo se viene apprezzata
dalla critica, ma non è la critica stessa che ha modo di
esistere solo perché ci sono artisti? In fondo il
“commentatore” d'arte è pagato anche per recensire le bruttezze
(a suo parere) o sbaglio?
E' come la polemica: essa nasce
dalla contraddizione di una cosa affermata, senza un pensiero
dichiarato non potrebbe esistere: non si può polemizzare sul
“niente” eppure è sempre di gran voga forse perché una cosa
facile e alla portata di tutti, quello che è difficile è proporre
un concetto originale e, si sa, l'originalità spesso va contro
corrente ed ecco che qualcuno prende la parola per seminare “se”
e “ma”.
In fondo tutto è perfettibile, dai
primi graffiti rupestri e tamburi fatti dai tronchi cavi l'umanità è
passata attraverso, Giotto, Michelangelo, Leonardo, Mozart, Bob
Dylan, Cesare Balla, Boccioni, ora sostituisce liuti, subbie e
pennelli con strumenti elettronici, ma in fondo, l'arte e la
creatività rimangono le stesse, un modo del tutto personale per
interpretare la vita e allora nessun critico potrà
convincermi che che è impossibile che una giornata di pioggia mi
possa rendere felice e il polemico dovrebbe solo tacere, non
giudicare il mio pensiero, ma offrirmene uno nuovo
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