Internet è davvero un luogo di democrazia? E come agisce la censura sull'informazione
Nel corso dell’ultimo decennio la presenza di internet nel campo dell’informazione ha fatto passi da gigante. Attraverso tutti i tipi di terminali messi a nostra disposizione dalla tecnologia (computer, Tablet, Smartphone e internet point) siamo in grado di avere informazioni su quasi tutto in tempo reale. Si, quasi tutto perché anche nel nostro Paese questo potente strumento di comunicazione capillare è soggetto a censura come avviene in diversi altri Stati meno “democratici” dell’Italia (Cina, Vietnam, Turchia e Corea del Nord, per citarne alcuni) ma questa censura avviene in maniera “sotterranea” senza che gli utenti della rete ne siano a piena conoscenza. A molti sarà capitato di cercare un sito indicizzato da Google e trovarsi di fronte a una pagina bianca che avverte che non è più disponibile.Al di là dei provvedimenti presi per oscurare siti lesivi per la legislazione vigente come quelli pedopornografici o con forte connotazione razziale volta all’incitamento della violenza, secondo le disposizioni della magistratura, si registra un fenomeno che sfugge ad un controllo puntuale da parte delle autorità competenti: provider di fileshring e talvolta di e-commerce spariscono improvvisamente senza che l’utente sia a conoscenza dei motivi lasciandolo, talvolta, con l’atroce dubbio di aver commesso un illecito consultandoli prima della loro chiusura. Per chi ha più dimestichezza con la tecnologia informatica è ben noto che il problema può essere in parte aggirato con l’uso di programmi cosiddetti TOR (The Onion Routing), questi programmi permettono lo scambio di dati anonimi e la conseguente realizzazione di siti anonimi nascosti.
Questa tecnologia che deriva dagli studi sponsorizzati dalla US Navy Research Laboratory è stato realizzato dalla Electronic Frotier Foudation gestito ora da un associazione senza fini di lucro, The Tor Project. Ma torniamo all’argomento: in Italia i siti che sono scomparsi dalla rete sono oltre 5000 ed ogni giorno se ne aggiungono altri secondo criteri non ancora regolamentati dalla legislatura. Di conseguenza, anche se internet viene ancora considerato come il più potente strumento di democrazia trasversale, dobbiamo domandarci chi e perché può decidere cosa pubblicare e come. Per quanto riguarda l’informazione invece è opportuno ricordare che a tuttora la stampa telematica è ancora uniformata alla legge 47 dell’8 febbraio 1948 che definisce le disposizioni sulla stampa. Attualmente, vista la forte incidenza della rete nel campo dell’informazione, si stanno esaminando provvedimenti più specifici, compreso il reato di stampa clandestina se non vengono applicati certi parametri di identificazione del sito e dell’autore. Il web, insomma, dimostra di essere una creatura ancora in evoluzione. Potrebbe diventare, a seconda di come viene gestito, un efficientissimo strumento di democrazia come un limite alla libertà di opinione: la parola al buon senso e ai legislatori.
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