Si ostinano a chiamarla politica, ma è solo un teatro dell'assurdo: Grillo fa comunella coi secessionisti, il parlamento è peggio di un mercato e c'è anche si fugge all'estero per “curarsi”
Si dice che alle volte la realtà
superi la fantasia, ma chi avrebbe potuto immaginare tutto questo? Un
manipolo di secessionisti si prepara a scendere in piazza con
un carro armato fatto in casa per difendere la sovranità del
Veneto, Grillo si schiera con la Liga Veneta,
Berlusconi andrà a pulire i canili e Dell'Utri scappa
in Libano per sfuggire all'arresto con la scusa che doveva sottoporsi
a delle cure. E si ostinano a chiamarla politica! A poche
settimane dal voto europeo l'Italia si presenta così, rafforzando
l'idea che siamo ancora un popolo immaturo.
Come fa Matteo Salvini a dire
che si imprigionano le idee se, pur con armi finte o poco efficaci,
si voleva dare l'idea di una secessione fatta con metodi
militari? Ricordiamo che uno dei protagonisti si è addirittura
dichiarato prigioniero di guerra, quello che se ne può dedurre è
ovvio, senza contare che un simile atteggiamento, che vada bene o
meno ai promotori dell'iniziativa, è comunque un pericoloso segnale
di istigazione alla violenza e, se non bastasse, ci si mette pure
Grillo, maestro dell'agitazione popolare e del turpiloquio di
piazza, a sostenere questa posizione. Che peso può avere il nostro
Paese nell'Europa se non riesce a mantenere una credibile coesione
interna? Se non sa dimostrare che qualunque istanza, qualunque
rivendicazione possono essere discusse in maniera civile?
A questo si aggiunge pure la dubbia
credibilità di personaggi che fino a poco tempo fa erano a capo del
nostro governo: Berlusconi condannato per uno dei reati più
vili come l'evasione fiscale e coinvolto in presunti casi di
prostituzione, ultimamente Dell'Utri arrestato in Libano per
essersi sottratto alla giustizia italiana che lo ha condannato a 7
anni per collusione con la mafia -”Ma no! Non volevo mica
scappare! Ero lì solo per curarmi”- e chi ci crede? Mentre
alla Camera si sventolano prodotti ittici, cappi da forca e ci
si prende a calci e spintoni. Cosa c'è di “politico” in
tutto questo?
Forse abbiamo scordato i tempi in cui
la politica aveva ancora la forma del confronto, quando non si
urlava per farsi sentire, ma si parlava per farsi capire e magari si
ascoltava pure l'avversario. Ora, guardando uno dei tanti programmi
che dicono di trattare di politica, si ha l'impressione di
assistere a un mercato delle idee dove i partecipanti si parlano
addosso, si insultano a vicenda e a momenti si mettono le mani
addosso. Queste persone con quale pretesa pensano di essere
rappresentanti del popolo italiano? Se accettiamo tutto ciò, se
accettiamo che questi individui si pongano alla guida del Paese...
beh, non lamentiamoci, evidentemente ce lo siamo cercato noi dandogli
ancora credito.
Nessun commento:
Posta un commento