sabato 12 aprile 2014

La politica del delirio, tra secessionismi, risse mediatiche e arresti eccellenti

Si ostinano a chiamarla politica, ma è solo un teatro dell'assurdo: Grillo fa comunella coi secessionisti, il parlamento è peggio di un mercato e c'è anche si fugge all'estero per “curarsi”

Politica_del_delirio
Si dice che alle volte la realtà superi la fantasia, ma chi avrebbe potuto immaginare tutto questo? Un manipolo di secessionisti si prepara a scendere in piazza con un carro armato fatto in casa per difendere la sovranità del Veneto, Grillo si schiera con la Liga Veneta, Berlusconi andrà a pulire i canili e Dell'Utri scappa in Libano per sfuggire all'arresto con la scusa che doveva sottoporsi a delle cure. E si ostinano a chiamarla politica! A poche settimane dal voto europeo l'Italia si presenta così, rafforzando l'idea che siamo ancora un popolo immaturo.

Come fa Matteo Salvini a dire che si imprigionano le idee se, pur con armi finte o poco efficaci, si voleva dare l'idea di una secessione fatta con metodi militari? Ricordiamo che uno dei protagonisti si è addirittura dichiarato prigioniero di guerra, quello che se ne può dedurre è ovvio, senza contare che un simile atteggiamento, che vada bene o meno ai promotori dell'iniziativa, è comunque un pericoloso segnale di istigazione alla violenza e, se non bastasse, ci si mette pure Grillo, maestro dell'agitazione popolare e del turpiloquio di piazza, a sostenere questa posizione. Che peso può avere il nostro Paese nell'Europa se non riesce a mantenere una credibile coesione interna? Se non sa dimostrare che qualunque istanza, qualunque rivendicazione possono essere discusse in maniera civile?

A questo si aggiunge pure la dubbia credibilità di personaggi che fino a poco tempo fa erano a capo del nostro governo: Berlusconi condannato per uno dei reati più vili come l'evasione fiscale e coinvolto in presunti casi di prostituzione, ultimamente Dell'Utri arrestato in Libano per essersi sottratto alla giustizia italiana che lo ha condannato a 7 anni per collusione con la mafia -”Ma no! Non volevo mica scappare! Ero lì solo per curarmi”- e chi ci crede? Mentre alla Camera si sventolano prodotti ittici, cappi da forca e ci si prende a calci e spintoni. Cosa c'è di “politico” in tutto questo?

Forse abbiamo scordato i tempi in cui la politica aveva ancora la forma del confronto, quando non si urlava per farsi sentire, ma si parlava per farsi capire e magari si ascoltava pure l'avversario. Ora, guardando uno dei tanti programmi che dicono di trattare di politica, si ha l'impressione di assistere a un mercato delle idee dove i partecipanti si parlano addosso, si insultano a vicenda e a momenti si mettono le mani addosso. Queste persone con quale pretesa pensano di essere rappresentanti del popolo italiano? Se accettiamo tutto ciò, se accettiamo che questi individui si pongano alla guida del Paese... beh, non lamentiamoci, evidentemente ce lo siamo cercato noi dandogli ancora credito.

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