Dudù, Hitler, Stalin e l'appoggio della Digos, Dia e Carabinieri: Grillo sembra aver perso ogni controllo
Dopo l'agghiacciante esternazione di
venerdì scorso nel comizio di Pavia dove Grillo invocava la
vivisezione per Dudù, il cane dell'avversario politico Silvio
Berlusconi, ora il comico genovese alza il tiro e da piazza
Castello, a Torino, sbraita altre frasi preoccupanti che fanno
dubitare sulla sua sanità mentale. Grillo è fuori
controllo. “Io non sono Hitler, sono
oltre Hitler.
Se non ci fosse il Movimento 5 Stelle ci sarebbero i nazisti. Il
nostro populismo è la più alta espressione della politica” ha
dichiarato alla folla che assisteva al suo ennesimo comizio show
nella piazza torinese aggiungendo qualcosa di incomprensibile: “Ci
dicono che siamo fascisti, i nazisti, i cattivi che faranno del male
fisico alla gente. Invece dovrebbero ringraziarci perché grazie a
noi in questo Paese non c'è stata violenza e non è nato il partito
neofascista”. Ma che significa questa contraddizione in
termini? Grillo è consapevole di quello che dice?
Il
fatto che Grillo
non sia Hitler
è oltremodo evidente a meno che non si creda nella re-incarnazione
sotto un aspetto fisico differente (Hitler aveva frangetta e baffetti
e non capelli ricci e barba) quello che desta preoccupazioni è che
si definisca “oltre
Hitler”
e in sostanza, anche con le epurazioni dei dissidenti all'interno del
suo movimento, ha dato la dimostrazione che “o si pensa come vuole
lui o fuori” atteggiamento molto poco democratico. Ma
il delirio di Grillo
prosegue con la seguente affermazione: “Alla
Digos sono già con noi, alla Dia sono già con noi, i carabinieri
sono con noi. Facciamo un appello: non date più la scorta a questa
gente”.
Tralasciando il fatto che pubbliche affermazioni circa lo
schieramento politico di alcuni settori di apparati statali
dovrebbero essere suffragati da prove concrete va sottolineato che
il Sap,
Sindacato Autonomo di Polizia, si è dissociato dichiarando: “Non
siamo dalla parte di nessuno”
e meno male, se no potremmo aspettarci un colpo di Stato da un
momento all'altro ad opera di carabinieri, Digos e Dia capeggiato da
un comico
fuori controllo.
Un'altra
chicca che Grillo
ci regala dal palco di piazza Castello è la promessa di una nuova
Norimberga nazional-popolare: “Quando
il Movimento 5 Stelle sarà al governo ci sarà un processo pubblico,
non violento, sulla rete, con tanto di Pubblico Ministero, e
voteremo, caso per caso, quei giornalisti, quei politici e quegli
imprenditori che hanno disintegrato queste tre categorie e prima che
i politici vadano via faremo un'indagine fiscale su di loro per
vedere come hanno speso i nostri soldi”.
Anche ammettendo che in Italia politica, stampa e imprenditoria
debbano rispondere di molte cose oscure, l'affermazione di Grillo
suona più come una minaccia che come un'istanza di giustizia ed
evoca alla mente scenari da ghigliottina e di giustizia sommaria
fatta sull'onda del risentimento popolare.
Chi
parla alle folle dovrebbe essere consapevole che le parole possono
essere incendiarie e che fare leva sul malcontento può essere
pericoloso e sfuggire al controllo. Usare paragoni così estremi come
Hitler
o Stalin
(Grillo
ha citato anche quello rispondendo ad una dichiarazione di Schulz
che lo paragonava al dittatore sovietico) non aiuta di certo un
processo democratico pacifico, parlare di vivisezione,
dittatori
e processi popolari accresce
sicuramente l'audience e fa parlare i giornali, ma aiuterà l'Italia
ad uscire dalla situazione in cui si trova, ma Grillo,
in qualità di comico-politico lo sa: “There
is only one thing in the world worse than being talked about, and is
not being talked about”
(Oscar Wilde nel ritratto di Dorian Gray)
Nessun commento:
Posta un commento