Se la fede nel calcio provoca quello che abbiamo visto in questi giorni sarà il caso di pensare ad un cauto agnosticismo
La fede è
definibile come l'adesione a un messaggio o un annuncio fondata
sull'accettazione di una realtà invisibile,
la quale non risulta cioè immediatamente evidente, e viene quindi
accolta come vera nonostante l'oscurità che l'avvolge. La fede
consiste pertanto nel «ritenere possibile» quel che ancora non si è
sperimentato o non si conosce personalmente. Questo è ilsignificato che dà Wikipedia alla parola fede,
sicuramente potranno esserci altre interpretazioni dello stesso
concetto, ma non potendo considerarle tutte nell'insieme, atteniamoci
a questa che, in fondo, è la prima voce in assoluto che compare trai
i risultati di un motore di ricerca. Senza fare nessuna ironia,
immediatamente a seguire troviamo Emilio Fede
La fede dunque, sta alla base di
qualunque religione, è l'accettazione di un fatto “a prescindere”
da qualunque logica o dimostrazione e nulla può distogliere il
credente dalle sue convinzioni. Non c'è nulla di male in questo,
salvo nei casi in cui diventa fanatismo. La filosofia, per quanto
affronti spesso argomenti altrettanto “invisibili”, lo fa
con un approccio razionale, la filosofia vuole “dimostrare” un
concetto attraverso un ragionamento logico; al massimo può
contribuire alla nascita di una corrente di pensiero o ad
un'ideologia, ma la fede nel calcio (o in qualsiasi altrosport) cos'è? Da quale profondo travaglio spirituale nasce la
decisione di essere genoano anziché atalantino? Quale illuminazione?
Quale premio aspetta il tifoso quando passerà nell'altra vita?
Questo bisognerebbe chiederlo a chi va
allo stadio armato di spranghe e bombe carta o meglio a chi ci va con
la pistola pronto a reprimere la vita di chi non condivide la sua
stessa fede, magari col permesso di Gerry “a carogna”
a cui lo Stato, in cambio di 5 anni di Diaspo (sembra il nome
di un medicinale lassativo) ha regalato l'immortalità mediatica
internazionale e una maggiore autorità tra i suoi fedeli. Se la
parola “fede” viene sdoganata così facilmente, se anche
la stampa, sempre alla ricerca di parole e concetti coloriti, accetta
di usarla per motivare l'esaltazione di quello che semplicemente è
tifo allora è bene ricordare ancora una volta: “La fede è
definibile come l'adesione a un messaggio o un annuncio fondata
sull'accettazione di una realtà invisibile, la quale non risulta
cioè immediatamente evidente, e viene quindi accolta come vera
nonostante l'oscurità che l'avvolge. La fede consiste pertanto nel
«ritenere possibile» quel che ancora non si è sperimentato o non
si conosce personalmente”.
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