Esponente dei Comunisti Italiani rompe il setto nasale di un ex consigliere Sel con una testata: quando la politica si fa con la testa
Se il buongiorno si vede dal mattino
allora c'è di che stare poco allegri: questa mattina, all'interno di
un seggio ancora in allestimento, Renato Marando, capolista
alle comunali per i Comunisti Italiani, con una testata
ben piazzata ha rotto il setto nasale del suo avversario, Marco
Brandolini, consigliere uscente nonché candidato anch'esso alle
elezioni comunali, appartenente al gruppo di Sel. Il fatto è
avvenuto a Nichelino, un paese alle porte di Torino, all'interno
della scuola Papa Giovanni dove gli operai erano ancora impegnati
nell'allestimento dei seggi e il tutto davanti agli occhi di un
poliziotto che non ha fatto in tempo a intervenire data la rapidità
del gesto. Risultato? Brandolini è stato subito ricoverato
presso l'ospedale Santa Croce di Moncalieri mentre Marando, qualora
la prognosi dei medici fosse superiore ai 20 giorni, rischia la
denuncia d'ufficio anche senza la querela della parte offesa.
Quando la politica si fa con la
testa! L'episodio di questa mattina si inserisce in un quadro di
vivaci polemiche che si erano già accese durante le primarie del
centrosinistra e che hanno portato la coalizione a dividersi fino
alla presentazione di tre candidati sindaci. Naturalmente le reazioni
di Sinistra Ecologia e Libertà non si sono fatte attendere e
immediatamente la segretaria di Sel, Nicoletta Cerrato, ha
diffuso una nota in cui si legge: “Sinistra Ecologia e
Libertà esprime la massima vicinanza e solidarietà a
Marco e chiede una ferma e netta codanna da parte di tutte le forze
democratiche. Questi atti criminali non possono far parte di nessuna
cultura che si possa definire democratica e di sinistra”
Mala tempora currunt e tutto questo
alla vigilia dell'importante appuntamento con le elezioni europee,
ma non c'è poi da meravigliarsi così tanto se la campagna
elettorale a cui abbiamo assistito in questi giorni si è tinta delle
affermazioni più clamorose: dai richiami ad Hitler alle
accuse di omicidio colposo fino ad arrivare a paventare i
processi popolari che tanto sanno di giustizia sommaria. La
testata dell'esponente comunista è l'indicatore di come gli
animi infiammati dalle incaute affermazioni di questi giorni si
stiano dirigendo verso una pericolosa deriva, ora non siamo più in
una condizione di confronto politico, ma di scontro aperto e
qualunque sarà il risultato delle urne la situazione di
contrapposizione resterà invariata: i vincitori cercheranno di far
tacere con qualsiasi mezzo le opposizioni e gli sconfitti accuseranno
gli avversari di brogli, manipolazioni e complotti.
Sarebbe stupido affermare che la
politica si fa col cuore, l'Italia ha dato la dimostrazione di
non avere uomini all'altezza per farlo, ma di sicuro non è questa la
maniera di farla con la testa. Ora la domanda è: se coloro che
ci dovrebbero rappresentare, non solo nelle circoscrizioni comunali,
come in questo caso, ma all'interno dell'Europa, si comportano in
maniera così violenta, se usano un linguaggio non solo scurrile (in
parlamento abbiamo sdoganato il termine “pompino”), ma al limite
della querela per istigazione alla violenza, cosa potrebbe fare un
popolo esacerbato e fuori controllo? E i nostri giovani che esempio
possono prendere da certi leader noti più per l'atteggiamento
aggressivo che per i contenuti programmatici? Chiunque vinca a queste
elezioni noi siamo già sconfitti nella democrazia, nella civiltà e
nella tolleranza
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