La Federal Communication Commission americana (FCC) propone Internet a due velocità, un duro colpo alla Net Neutrality
La Federal Communication Commissionamericana (FCC) ha dato la sua prima approvazione al cosiddetto
“Internet a due velocità” ossia chi paga di più può
trasmettere dati più velocemente rispetto a chi usa la banda
normale. In teoria questo non dovrebbe preoccupare l'utente finale
della rete, ma riguarderebbe i siti che forniscono i dati, ma la
teoria e la pratica, in questo caso, hanno un confine ambiguo e
confuso. Secondo la FCC il fatto di far pagare per avere un
servizio di trasmissione dei dati favorirebbe lo sviluppo di
infrastrutture dedicate al web che nel tempo andrebbero a diventare
beneficio di tutti, ma questo, in realtà, non sarebbe altro che un
duro colpo alla Net Neutrality e getterebbe le basi per unfeudalesimo del web.
La decisione finale, comunque, la FCC
l'ha demandata alla Casa Bianca e al Congresso,
proponendo un dibattito pubblico di 120 giorni per conoscere le
opinioni degli americani, ma già si delineano le prime
contrapposizioni tra i giganti della rete: da una parte i fornitori
di servizi di comunicazione come i motori di ricerca, Google,
Yahoo e Bing tra i principali, insieme ai siti di
social network, Facebook e Twitter, chiaramente a
favore della Net Neutrality cioè una rete egualitaria dove
tutti sono liberi di reperire risorse e comunicare in tempo reale,
dall'altra i gestori dell'intrattenimento come Youtube o Time Warner
per citarne alcuni, che nell'Internet a due velocità vedono
la possibilità di fornire ai propri clienti un servizio migliore.
Se la proposta dell'FCC dovesse
passare ci troveremmo a fare un passo indietro in quella che fino ad
ora era considerata la democrazia digitale. E' evidente che
quelli che ne potrebbero beneficiare sarebbero i siti già
solidamente affermati in rete e che pertanto dispongono già di
quelle enormi risorse economiche che gli permetterebbero di pagare il
servizio in una concorrenza fatta a colpi di soldoni, ma è
altrettanto evidente che tutte le nuove start-up e tutti i nuovi
progetti che fino ad ora hanno reso Internet sempre più
dinamico e strutturato, anche con la collaborazione di programmatori
privati o quelli che lavorano ai progetti Open Source
sarebbero non solo penalizzati, ma addirittura tagliati fuori, un
vero e proprio feudalesimo che vedrebbe i grandi crescere
sempre di più e i piccoli soccombere definitivamente.
Secondo la FCC il progetto
“Internet a due velocità” non avrebbe ricadute economiche
sull'utente finale, ma c'è da crederci? Gli esempi si possono
ritrovare in tutti quei casi in cui il ricorso a grossi capitali
genera monopolio: è chiaro che i soldi investiti per poter
acquistare una banda più veloce di trasmissione dati da qualche
parte devono pur rientrare quindi si può credere che, dopo un primo
periodo “promozionale” le lobby di “Internet a due velocità”
si metterebbero d'accordo sul modo di far pagare il servizio al
cliente finale: in sostanza il messaggio dell'FCC è: vuoi
navigare velocemente nel web, scaricare i tuoi video, ascoltare
musica o fare una ricerca scolastica in tempi umanamente accettabili?
Allora paga, ma noi non ti imponiamo niente, se vuoi c'è l'Internet
“normale” che è più lento. L'ipotesi di Internet a due
velocità inoltre avrebbe gravi ripercussioni (o lauti guadagni,
dipende dal punto di vista) nel campo dello studio e della ricerca:
biblioteche, centri di documentazione, studiosi di tutti i campi che
comunicano e confrontano tra di loro i propri risultati si
troverebbero obbligati a sottostare a questo ricatto.
E' vero che Internet è anche il
luogo dove si possono incontrare pedofili, adescatori, dove si
possono vendere droghe o medicinali clandestini, su Internet si può
imparare come costruire un ordigno o come scassinare una porta, ma
questi sono i rischi che si corrono se si vuole vivere in una
democrazia. FCC non toglierci anche questo spazio!
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