sabato 17 maggio 2014

La FCC propone Internet a due velocità, il primo passo verso il feudalesimo del web

La Federal Communication Commission americana (FCC) propone Internet a due velocità, un duro colpo alla Net Neutrality

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La Federal Communication Commissionamericana (FCC) ha dato la sua prima approvazione al cosiddetto “Internet a due velocità” ossia chi paga di più può trasmettere dati più velocemente rispetto a chi usa la banda normale. In teoria questo non dovrebbe preoccupare l'utente finale della rete, ma riguarderebbe i siti che forniscono i dati, ma la teoria e la pratica, in questo caso, hanno un confine ambiguo e confuso. Secondo la FCC il fatto di far pagare per avere un servizio di trasmissione dei dati favorirebbe lo sviluppo di infrastrutture dedicate al web che nel tempo andrebbero a diventare beneficio di tutti, ma questo, in realtà, non sarebbe altro che un duro colpo alla Net Neutrality e getterebbe le basi per unfeudalesimo del web.

La decisione finale, comunque, la FCC l'ha demandata alla Casa Bianca e al Congresso, proponendo un dibattito pubblico di 120 giorni per conoscere le opinioni degli americani, ma già si delineano le prime contrapposizioni tra i giganti della rete: da una parte i fornitori di servizi di comunicazione come i motori di ricerca, Google, Yahoo e Bing tra i principali, insieme ai siti di social network, Facebook e Twitter, chiaramente a favore della Net Neutrality cioè una rete egualitaria dove tutti sono liberi di reperire risorse e comunicare in tempo reale, dall'altra i gestori dell'intrattenimento come Youtube o Time Warner per citarne alcuni, che nell'Internet a due velocità vedono la possibilità di fornire ai propri clienti un servizio migliore.

Se la proposta dell'FCC dovesse passare ci troveremmo a fare un passo indietro in quella che fino ad ora era considerata la democrazia digitale. E' evidente che quelli che ne potrebbero beneficiare sarebbero i siti già solidamente affermati in rete e che pertanto dispongono già di quelle enormi risorse economiche che gli permetterebbero di pagare il servizio in una concorrenza fatta a colpi di soldoni, ma è altrettanto evidente che tutte le nuove start-up e tutti i nuovi progetti che fino ad ora hanno reso Internet sempre più dinamico e strutturato, anche con la collaborazione di programmatori privati o quelli che lavorano ai progetti Open Source sarebbero non solo penalizzati, ma addirittura tagliati fuori, un vero e proprio feudalesimo che vedrebbe i grandi crescere sempre di più e i piccoli soccombere definitivamente.

Secondo la FCC il progetto “Internet a due velocità” non avrebbe ricadute economiche sull'utente finale, ma c'è da crederci? Gli esempi si possono ritrovare in tutti quei casi in cui il ricorso a grossi capitali genera monopolio: è chiaro che i soldi investiti per poter acquistare una banda più veloce di trasmissione dati da qualche parte devono pur rientrare quindi si può credere che, dopo un primo periodo “promozionale” le lobby di “Internet a due velocità si metterebbero d'accordo sul modo di far pagare il servizio al cliente finale: in sostanza il messaggio dell'FCC è: vuoi navigare velocemente nel web, scaricare i tuoi video, ascoltare musica o fare una ricerca scolastica in tempi umanamente accettabili? Allora paga, ma noi non ti imponiamo niente, se vuoi c'è l'Internet “normale” che è più lento. L'ipotesi di Internet a due velocità inoltre avrebbe gravi ripercussioni (o lauti guadagni, dipende dal punto di vista) nel campo dello studio e della ricerca: biblioteche, centri di documentazione, studiosi di tutti i campi che comunicano e confrontano tra di loro i propri risultati si troverebbero obbligati a sottostare a questo ricatto.

E' vero che Internet è anche il luogo dove si possono incontrare pedofili, adescatori, dove si possono vendere droghe o medicinali clandestini, su Internet si può imparare come costruire un ordigno o come scassinare una porta, ma questi sono i rischi che si corrono se si vuole vivere in una democrazia. FCC non toglierci anche questo spazio!

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