L'atroce agonia di Clayton Lockett ha riportato l'attenzione sulla pena di morte, ma la “preoccupazione” di Obama non è convincente
La lunga e atroce agonia di Clayton
Lockett, condannato a morte e giustiziato il 29 aprile nel
carcere dell'Oklahoma, ha riaperto il discorso sulla pena
capitale, alcuni hanno persino parlato di tortura e,
naturalmente, Barack Obama non poteva tacere sull'argomento
che ha fatto il giro del mondo. “Quel che è successo in
Oklahoma è profondamente preoccupante”. Così si è espresso
il primo presidente di colore degli Stati Uniti durante una
conferenza stampa alla Casa Bianca in compagnia della cancelliera
tedesca Angela Merkel, ma ha anche aggiunto: “L'individuo
che è stato sottoposto alla pena capitale aveva commesso crimini
atroci, terribili ( Clayton Lockett, 38 anni, era
stato condannato a morte nel 2000 per avere rapita, stuprata,
picchiata e sepolta viva una giovane donna) e ho già detto in
passato -continua Obama- che ci sono determinate circostanze
in cui un crimine è così terribile che la pena di morte
può essere appropriata”.
Continuando il suo intervento, Obama
ha anche sottolineato però: “Ma ho anche detto che
nell'applicazione della pena di morte in questo Paese, abbiamo visto
problemi significativi e problemi razziali, con un'imparziale
applicazione della pena capitale, situazioni in cui ci sono individui
nel braccio della morte che poi vengono scoperti innocenti poiché ci
sono prove che li discolpano. Tutto questo -ha concluso Obama-
penso debba sollevare questioni significative sul come la pena
di morte viene applicata”. Ecco un ottimo esempio di
discorso politichese: la condanna per un episodio di atrocità
sfuggito al controllo dei carnefici (la seconda esecuzione prevista
per quella giornata è stata rimandata infatti) e la contemporanea
dichiarazione che le cose devono rimanere così.
Ma delle due l'una. Se per sua stessa
ammissione Obama afferma che l'aspetto razziale e quindi
pregiudizievole, può fare la differenza tra la vita e la morte di un
condannato e se la possibilità che un innocente venga giustiziato
per via di un errore giudiziario allora la pena capitale
diventa una specie di roulette russa priva di qualunque valenza negli
equilibri di una società, solo una valvola di sfogo di massa dove
riversare un sentimento di vendetta. Che senso ha mettere a morte
un uomo dopo averlo tenuto recluso per 14 anni nel braccio della
morte a spese dei cittadini? Forse ci sono casi in cui la
riabilitazione di un individuo non è possibile, magari per gravi
disturbi mentali che certo non lo giustificano, ma esistono infinite
alternative per far sì che questo possa essere utile alla società
senza gravare su di essa: coltivare campi incolti, accudire animali,
ripulire zone inquinate. L'episodio di Clayton Lockett
dimostra solo l'arbitrarietà della pena capitale, la sua
inutilità e la sua crudeltà. Una civiltà democratica non può
ammettere la “legge del taglione” nel suo ordinamento giuridico.
Il discorso di Obama era solo un abile esempio di opportunismo
politico per non scontentare nessuno
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