Due vescovi della curia di Salerno ed altre due persone hanno ricevuto l'invito a dedurre nell'inchiesta Colonia San Giuseppe.
Mentre Papa Francesco invita ad “una
chiesa dei poveri per i poveri” assistiamo ad un altro caso di
allegra gestione dei fondi regionali gestiti da due vescovi di
Salerno insieme ad altre due persone. Vediamo i fatti:
l'inchiesta parte dalla Procura Regionale della Corte dei Conti
e riguarda il finanziamento regionale per la ristrutturazione
della Colonia San Giuseppe di Salerno. Nel mirino dei magistrati
l'arcivescovo Luigi Moretti, il suo predecessore, Gerardo Pierro e il
presidente del consiglio di amministrazione e l'amministratore.
I quattro dovranno rispondere alla
contestazione del danno patrimoniale arrecato alla Regione
Campania per una cifra di 2.446.723,47 euro ottenuti per i lavori di
ristrutturazione della Colonia San Giuseppe nell'ambito dei
finanziamenti per strutture ricettive al servizio della collettività
o comunque con destinazione pubblico-sociale nel Protocollo
Aggiuntivo all'Accordo di Programma Quadro (A.P.Q.) “infrastrutture
per sistemi urbani” così come stipulato tra il Ministero del
Tesoro e la Regione Campania (anno 2001).
I militari del Nucleo di Polizia
Tributaria della Guardi di Finanza, su delega della Procura Regionale
presso la Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti per la
Campania però, hanno riscontrato che i lavori di ristrutturazione
sono stati si compiuti, ma la Colonia San Giuseppe non rientra
affatto negli ambiti del progetto e nel piano di finanziamento
iniziale, ma la Colonia risulta essere una vera e propria
struttura turistico alberghiera con finalità esclusivamente privata.
La I Sezione Penale del Tribunale di Salerno quindi, è intervenuta
con una sentenza di condanna (n° 1512/2012) nei confronti degli
arcivescovi Luigi Moretti e Gerardo Pierro nonché
del presidente e dell'amministratore della Colonia San Giuseppe
i quali dovranno rispondere per i reati di cui agli artt. 110 e 640
bis del codice penale. Nel caso l'accusa fosse confermata i quattro
sarebbero obbligati in solido a rispondere di di danno patrimoniale
nei confronti della Regione Campania
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