Una bambina di 10 anni è stata stuprata da un prete prima della comunione. Forse aveva interpretato male le parole di Cristo?
Una storia che lascia ferite
nell'anima: una bimba di appena 10 anni è stata stuprata dal
prete cattolico che avrebbe dovuto celebrare la sua comunione con
Dio. L'episodio è avvenuto nello stato meridionale del Kerala. Con
il preteso di fare provare alla bimba il vestito della prima
comunione il 44enne sacerdote Raju Kokkan, ha attirato la giovane
vittima nella propria abitazione ed ha abusato della sua innocenza.
E' stata la madre della piccola a denunciare il fatto alla polizia
così il prete-orco è stato rintracciato presso la
casa di alcuni conoscenti a Nagercoil, nel vicino Tamil Nadu, dove
sperava di sfuggire alla giustizia. Secondo la polizia il sacerdote,
che prestava servizio presso la chiesa di Thaikkattusery, non era
nuovo a tali “prodezze” e pare che l'uomo avesse già abusato
in precedenza della giovane vittima e che le aveva scattato
delle foto di lei nuda con in mano un telefonino.
Fin qui la triste, squallida cronaca di
un ennesimo abuso ai danni di un innocente inasprita dal fatto che a
compierlo sia stato un uomo di chiesa e allora ci si chiede
provocatoriamente: sono forse state travisate le parole di Cristo
quando dice: “Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo
impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In
verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino,
non entrerà in esso. E prendendoli fra le braccia e imponendo loro
le mani li benediceva” (Matteo 18-14)? No, siamo abituati a
notizie di questo tipo e in fondo non ci meravigliamo più di tanto,
del resto, anche nel nostro Paese episodi simili fanno parte della
quotidianità, meno eclatanti forse, ma non meno brutali se la
cronaca quotidiana spesso ci riferisce di abusi sulle donne, baby
squillo e una pedofilia diffusa nella chiesa che si è
combattuta solo a parole.
Ben altro intendeva Cristo con
le sue parole: “Lasciate che i bambini vengano a me” non
era certo un adescamento, ma un invito a rendere partecipi i
fanciulli di una spiritualità che spesso gli adulti comprendono solo
per comodo. Le due domande che vengono spontanee nell'apprendere di
questo episodio sembrano ormai retoriche: perché un uomo di cui si
conoscevano già le tendenze malsane è stato lasciato a guidare il
“gregge” di quella parrocchia? E perché, se già i fatti erano
noti, la madre ha lasciato andare sola la bambina? Forse la risposta
è più semplice di quanto non sembri: agiamo guidati solo dalle
consuetudini, finché tutto scorre tranquillo non ci sogniamo
neanche di cambiarle, in fondo, anche se quell'uomo, come sapevano
tutti, era un orco, era pur sempre un prete e tanto bastava... fino a
che non ha azzannato la preda. P.S. L'autore di queste righe
rivendica il suo più completo ateismo
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