lunedì 28 aprile 2014

Quanto costa un santo? Dopo la canonizzazione dei due Papi un po' di conti

Concluso l'evento della canonizzazione dei due Papi santi vediamo di capire quanto ci è costato in termini di soldi.

Canonizzazione
Forse la canonizzazione dei due Papi, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, verrà ricordata come l'evento del secolo, quasi un milione di fedeli provenienti da tutto il mondo hanno invaso la Capitale per il grande evento ed ora che il nostro calendario si è arricchito di altri due santi proviamo a fare due conti sui costi di questa celebrazione. Le cifre esatte non è possibile elencarle con precisione, ma alcuni dati ci fanno capire l'enormità di denaro che ha girato intorno a questa attesa canonizzazione e sono dati davvero impressionanti. Il dato più attendibile è la cifra che ha sborsato il Vaticano: 500.000 euro, ma attenzione, la Chiesa in realtà non ha tirato fuori neanche una lira perché, come ha dichiarato l'amministratore delegato nonché vice-presidente dell'Opera Romana Pellegrini, monsignor Liberio Andreatta, a sborsare i denari sono stati gli sponsor, e che sponsor potremmo dire: Banca Intesa San Paolo, Eni, Banco Popolare, Unicredit, Generali Assicurazioni, Benetton, Società Atostrade e Società Aeroporti per citare le più importanti, mentre come “media partner” si è impegnata l'agenzia di stampa AGI.

E fin qui niente di clamoroso se non fosse che in realtà la somma più consistente per consentire la canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II l'ha sostenuta l'Italia. Addirittura 11 milioni di euro secondo alcuni, ma come abbiamo detto una stima precisa è difficile da fornire data la frammentazione delle spese, ma se vediamo alcuni dati un'idea possiamo farcela da soli: per assicurare l'ordine pubblico tra gli oltre 800.000 pellegrini presenti a Roma lo Stato italiano ha dovuto disporre in campo 2.400 poliziotti, 2.000 Vigili Urbani, 1.000 netturbini oltre a 3.000 volontari di varie associazioni e centinaia di persone tra personale medico e paramedico. Tranne i volontari, tutte queste persone sono state pagate con denaro pubblico.

Inoltre, solo per i 1.000 bagni chimici disseminati nella Capitale, sempre lo Stato italiano, ha speso 1,8 milioni di euro, 710.000 euro sono stati spesi per potenziare i trasporti pubblici urbani, 430.000 euro per l'acquisto di 4 milioni di bottiglie di acqua e 146.000 euro per le 800 transenne metalliche che sono servite per incanalare il flusso dei fedeli.

Naturalmente l'enorme massa di visitatori che si sono riversati a San Pietro e nella Capitale hanno portato un rientro economico: ristoranti e alberghi pieni, souvenir e gadget di vario genere raffiguranti i due Papi hanno certamente fatto la felicità di qualcuno, ma a questo va aggiunto anche il guadagno nel sommerso che per lo Stato italiano non frutterà nessun incasso. Nei giorni che hanno preceduto l'evento la Guardia di Finanza ha posto sotto sequestro 23 bed and breakfast perché considerati irregolari o abusivi in quanto privi di autorizzazione o in difetto alle norme sanitarie o fiscali e a sole poche ore prima dell'evento la stessa G.d.F. aveva sequestrato 700.000 souvenir falsi per un valore stimato di oltre 3,5 milioni di euro, 7 milioni dall'inizio dell'anno e, naturalmente, chissà quanti altri casi simili sono sfuggite ai controlli delle autorità.

A questo punto però viene da fare qualche considerazione:
1° in Italia si parla di crisi e disoccupazione e aumentano i casi di disperazione che conducono le persone a gesti estremi, senza togliere nulla all'importanza dell'evento per il mondo cattolico (è la prima volta di una canonizzazione contemporanea di due Papi) quanti posti di lavoro in più si sarebbero potuti realizzare?
2° non tutti i cittadini italiani praticano la fede cattolica, ma anche se sono una minoranza hanno contribuito anch'essi a questa spesa gigantesca
3° lo Stato del Vaticano, il più piccolo Stato al mondo, è la capitale di tutta la cristianità del pianeta perché allora queste spese solo a carico dell'Italia?

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