venerdì 18 luglio 2014

Contro mossa di Putin all'embargo americano, viaggio di 6 giorni in America Latina

Putin risponde all'embargo occidentale cercando alleanze in America Latina, prima tappa Cuba

Putin_Castro
Se da una parte l'America, e buona parte del mondo occidentale, hanno posto l'embargo contro la Russia dopo l'annessione della Crimea e la questione ucraina, Vladimir Putin, il leader del Cremlino, non è certo rimasto con le mani in mano. Primagli accordi economici con la Cina ed ora il riavvicinamento ai Paesi latino americani, in cerca di nuove alleanze strategiche. Oggi il presidente russo è sbarcato a Cuba per incontrare Raul Castro, l'attuale presidente, e Fidel, storico alleato dai tempi dell'Unione Sovietica. Non solo un viaggio di rappresentanza politica quello di Putin, ma un vero piano di accordi strategici ed economici. Infatti la Russia ha dichiarato di azzerare del 90% il debito di 35,2 miliardi di euro che Cuba si trascinava dietro dai tempi dell'URSS. In realtà la decisione era già stata presa in considerazione dal premier russo Dmitri Medvedev nell'ottobre scorso durante un suo precedente incontro nell'isola caraibica, ma l'ok definitivo della Duma, il ramo basso del parlamento russo, si è avuto solo venerdì scorso.
Putin, a sorpresa, si è anche recato in Nicaragua dove ha incontrato un altro storico alleato, Daniel Ortega, il famoso rivoluzionario sandinista. Anche in questo caso il presidente russo si è detto disposto ad un rafforzamento dei rapporti economici con il Paese centro americano.
Nell'agenda di Putin anche una visita in Brasile ed una in Argentina nel quadro di quello che viene definito BRICS, l'unione economica con i principali Paesi emergenti: Brasile, Russia, India, Cina e Sud-Africa.
Putin comunque, non si è limitato solo al generoso regalo fatto a Cuba con il quasi totale azzeramento del debito: tra lui e Raul Castro sono stati siglati degli importanti accordi bilaterali relativi all'esplorazione petrolifera al largo dell'isola, per la creazione di un nodo aereo internazionale e per l'equipaggiamento di due impianti termoelettrici per un valore pari a 1,6 miliardi di dollari.
Se la NATO dunque, fa pressione intorno ai confini russi nella speranza di poter mettere le mani sui giacimenti di gas ucraini e per avere un affaccio sul Mar Nero, la Russia non fa da meno e rilancia nel quadro di una strategia geopolitica intercontinentale, non resta che attendere gli eventi

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