mercoledì 25 novembre 2015

Una storia triste, testimonianza di un lutto vissuto in carcere, di Gina Pesolino


Come si affronta un lutto quando si è detenuti? Ce lo descrive Gina Pesolino con parole semplici che sgorgano dal cuore, parole che si trasformano in poesia



La questione si potrebbe liquidare semplicemente dicendo: “Te la sei cercata”. Forse è così, ma noi non sappiamo cosa abbia commesso Gina Pesolino per scontare una condanna, sappiamo solo che è una madre, ed una figlia, che ha vissuto in carcere una drammatica separazione: il lutto incolmabile di un affetto grandissimo. Noi non commentiamo le sentenze, non esprimiamo giudizi e non puntiamo il dito; noi raccontiamo storie, facciamo “evadere” le parole, lasciamo scorrere i sentimenti semplicemente perché siamo convinti che la pena non debba mai essere un inutile supplizio, ma un percorso verso il reinserimento ed è per questo che rispettiamo il diritto di Gina di raccontare la sua storia triste e di far conoscere la sua poesia

domenica 8 novembre 2015

"Orgogliose di essere donne ...malgrado tutto". Di Cinzia Prinari



Detenzione, consapevolezza e dignità descritte con tratto leggero da Cinzia Prinari: “Orgogliose di essere donne ...malgrado tutto”

Quando pensai a questo progetto, quello che poi è diventato “il quaderno di Lucia” non avrei mai immaginato in quale oasi di umanità e poesia mi sarei imbattuto entrando in contatto con delle detenute. Si, oasi è la parola che rende meglio leggendo le loro lettere: donne ristrette in una realtà di grigiore che nonostante tutto parlano di emozioni, di sentimenti, di solidarietà, di affetto. Possono essere 1000 le ragioni che le hanno condotte a questa situazione, a me non interessano: nel bene o nel male qualcuno più autorevole di me si è assunto la responsabilità di giudicare. Io posso solo ascoltare e condividere, portare fuori le loro voci senza aggiungere nulla, ma quello che mi rimane dentro, ascoltandole, difficilmente potrei trovarlo così puro nel mondo dei “liberi”: sono donne che conoscono la sofferenza, che sono consapevoli e che non si arrendono, come conclude Cinzia:
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