lunedì 14 aprile 2014

Dell'Utri, i suoi legali e la sindrome da processo. C'è da crederci?

La strana sindrome da processo: Dell'Utri “scappa” in Libano per curarsi e anche i suoi legali si ammalano

Dell'Utri

Sarà una epidemia? Una strana coincidenza del destino o il solito giochino per allungare i tempi? Fatto sta che la vicenda legata a Marcello Dell'Utri si sposa ancora una volta con problemi legati alla salute. L'ex senatore di Forza Italia e poi del Popolo delle Libertà, arrestato a Beirut in questi giorni, ha dichiarato di essersi recato nella città libanese non già per sfuggire alla giustizia che lo vede accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, ma per sottoporsi a cure mediche. Secondo i suoi legali avrebbe agito in buona fede come confermato dal fatto che era in possesso di carte di credito e cellulare facilmente rintracciabili dalle polizie e che alloggiava in un albergo di lusso. Prendiamola per buona, del resto Beirut è famosa in tutto il mondo per la qualità del suo servizio sanitario, o no?

Ma guarda caso anche gli avvocati dell'ex senatore sono alle prese con problemi riguardanti la salute infatti la scorsa settimana, presso la cancelleria della prima sezione penale, è stato recapitato il certificato dell'avvocato Massimo Krogh e quello del suo omologo, Giuseppe Di Peri appena sabato scorso. A pensar male si potrebbe dire che sia una manovra architettata ad arte che stranamente ricorda il recente ricovero di Berlusconi per un problema al ginocchio o, andando ancora più indietro nel tempo, come non ricordare la triste figura di Francesco De Lorenzo, smunto, invecchiato e sulla sedia a rotelle mentre in aula veniva condannato per associazione a delinquere e finanziamento illecito? Suvvia, se non clemenza almeno pietà.

E così, come bambini che si fingono malati per non andare a scuola, ecco che questi politici disinvolti che non mancano di far pesare la propria arroganza quando sono ai vertici del potere non appena vengono “beccati” con le mani nella marmellata, improvvisamente perdono le loro difese immunitarie e hanno bisogno di cure. Intanto però una notizia che fa ben sperare che la giustizia faccia il suo corso: i termini di prescrizione per i reati contestati a Dell'Utri che, ricordiamo, rischia una condanna a sette anni, sono fissati per il prossimo primo luglio, ma un eventuale slittamento dell'udienza “congelerà” i termini prescrizionali facendoli slittare a data successiva. Va beh, Dell'Utri ci ha provato, ma forse siamo noi che siamo diffidenti... o no?

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