mercoledì 9 aprile 2014

35.058 euro. A tanto ammonta il debito pubblico suddiviso per ogni cittadino

Se dividessimo il debito pubblico nazionale per ogni singolo cittadino avremmo 35.058 sul groppone di ciascuno

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Nasciamo già indebitati. Infatti, stando ad una indagine condotta da Adusbef e Federconsumatori sul debito pubblico nazionale, sul capo di ogni cittadino italiano (attualmente siamo 59,5 milioni di abitanti) grava un onere di ben 35.058 euro. I casi sono due: o facciamo una grande quantità di figli in modo tale da frazionare ulteriormente questa cifra o ci rassegnamo all'idea di mettere al mondo una creatura già oberata di debiti.

Ovviamente questo non significa che ciascuno di noi debba firmare una pila di cambiali per affrancarsi da questo pesante debito, ma vuol dire che quei 2.085.951 miliardi non possono essere utilizzati per creare nuovi posti di lavoro, migliorare il sistema sanitario, investire nella ricerca o tutelare e valorizzare il nostro patrimonio artistico e ambientale. Che il sistema italiano faccia acqua da tutte le parti è oramai lungamente noto a tutti: corruzione, sprechi, clientelismi fanno sì che la situazione anziché migliorare resti quanto meno invariata, ma per dare una spallata a questo stallo ora ci prova il giovane Renzi, o almeno così promette, con un programma che, nelle parole, sembra risolutivo e di parole e di promesse ne abbiamo sentite tante fino ad ora.

Proviamo a dargli credito? Potrebbe realmente il nostro presidente del Consiglio ridurre quei 35.058 euro di debito che ci portiamo sulle spalle? Certamente quegli 80 euro in più che presto ci vedremo in busta paga faranno comodo a molti, la vendita delle auto blu è un segnale efficace per dimostrare che si vuole tagliare anche sulla cosiddetta casta, così come il tetto massimo ai mega-stipendi che avranno come limite quello del presidente della Repubblica, ma per molti sembrano solo programmi “ad effetto” che non toccano realmente i problemi del Paese.

L'Italia non ha risorse naturali da poter esportare se non il marmo bianco di Carrara, ma ha un patrimonio artistico e naturale di incommensurabile valore, un potenziale turistico straordinario e menti brillanti che si distinguono in tutti i campi del sapere e che sono costrette ad andare all'estero per poter esprimere tutte le proprie potenzialità. Perché non incentrare un programma di ripresa in queste direzioni? Quei 10 miliardi da dividere tra i lavoratori a medio reddito perché non investirli nella ricerca o nella tutela del nostro, fatiscente e abbandonato patrimonio artistico? Il caso di Pompei è emblematico, ma se ne potrebbero citare a iosa.

Concediamo quindi a Renzi il beneficio del dubbio come abbiamo sempre fatto noi elettori prima di rimanere delusi, ma non sarà certo con 80 euro in più nella busta paga (per quanto tempo poi non è dato saperlo) o qualche centinaio di milioni frutto della vendita delle auto blu che vedremo risolto il nostro problema del debito pubblico e i nostri figli continueranno a nascere con un handicap di 35.085 euro, servono investimenti sulle nostre risorse.

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