Una parte della verità sugli impegni umanitari degli Stati Uniti: i rapporti segreti tra NSA e il Ministero degli Interni saudita
Che la politica estera degli Stati
Uniti non si distingua per la trasparenza è cosa evidente, ma dopo
la decisione dei “bombardamenti umanitari” in territorio iracheno
del presidente Obama per arrestare l'avanzata jiahidista dell'Isis e
per venire in soccorso delle minoranze religiose in fuga dal
conflitto fa tornare di attualità il rapporto che intercorre tra
l'NSA (National Security Agency) e il Ministero
degli Interni saudita, (MOI)uno tra i più violenti e repressivi
del mondo. L'accordo, siglato tra le parti l'8 aprile del 2013 e
classificato come “top secret” è venuto alla luce dopo le
rivelazioni dell'ex analista della CIA Edward Snowden (qui l'originale in lingua inglese).
In un rapporto dello stesso anno, il
Dipartimento di Stato degli Stati Uniti pubblicò sul proprio sito un
documento firmato dal segretario di Stato John Kerry denominato
“Rapportinazionali sui diritti umani pratiche per il 2013” nel quale
stigmatizzava l'impegno degli Usa nella continua difesa della dignità
dei diritti umani. Inquello stesso documento figura anche l'Arabia Saudita, il cui
Ministero degli Interni è stato già condannato come uno trai i più
brutali al mondo nell'applicare la repressione verso i propri
dissidenti, politici e religiosi e non estraneo a casi di torture e
altri abusi fisici e psicologici a danno dei propri prigionieri.
Ma, se da una parte il Dipartimento di
Stato si sforzava di offrire al pubblico un'immagine rassicurante
della politica estera americana, dall'altra l'NSA stringeva ulteriori
rapporti di collaborazione col MOI.
In realtà, stando alla stessa Agenzia
Nazionale per la Sicurezza americana, i rapporti col MOI hanno
iniziato ad intensificarsi dopo il 1991, la data che pose fine alla
Guerra del Golfo e nel dicembre del 2012 il coordinatore
dell'intelligence nazionale, James Clapper, autorizzò l'agenzia ad
espandere all'Arabia Saudita la condivisione del SIGINT, un progetto
congiunto tra Stati Uniti e Gran Bretagna per aggirare la privacy e i
sistemi di sicurezza informatica. Anche questo protocollo, prima
delle rivelazioni di Snowden, era catalogato“top secret” e successivamente pubblicato dal Guardian il 5 settembre del
2013.
Ad ogni modo la CIA e il Al
Mukhabarat Al A'amah(Direzione Generale per le Indagini, l'equivalente dell'FBI) avevano
già collaborato in precedenza con l'obiettivo di rafforzare la
sicurezza interna e monitorare le attività terroristiche nella
Penisola Araba.
Durante
gli ultimi 12 mesi risulta che l'Arabia abbia intensificato la
repressione nei confronti di attivisti e dissidenti al governo:
recentemente l'avvocato Waleed Abu al-Khair, impegnato per i diritti
umani è stato condannato a 15 anni di reclusione con l'accusa di
aver “minato” lo Stato e avere insultato la magistratura; Nel
mese di maggio, un blogger liberale, Raif Badawi, è stato
condannato
a 10 anni di carcere e 1000 frustate; nel mese di giugno, un
attivista per i diritti umani, Mukhlif Shammari, è stato condannato
a cinque anni di carcere per aver scritto sul maltrattamento delle
donne saudite. Ognuno faccia le proprie considerazioni
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