Quando si parla di conflitti spesso si considera, e a ragione, il numero delle vite umane che vengono sacrificate, ma dal punto di vista ambientale, quanto inquina una guerra?
Fare un calcolo preciso sull'impatto
che una guerra ha, in termini di inquinamento, è praticamente
impossibile, troppe sono le variabili in gioco: spostamenti di
personale da una base ad un'altra, esercitazioni con mezzi militari
distribuite nel tempo, consumi elettrici, idrici e per il
riscaldamento delle strutture di supporto come centrali operative,
basi radar eccetera. Inoltre, data la segretezza di alcune
innovazioni tecniche nel campo della tecnologia bellica e dei nuovi
strumenti di cui si dotano gli eserciti calcolare quanto inquina una
guerra riferendosi ai conflitti in corso attualmente rende la cosa
ancora più difficoltosa.
Ma prendendo come paragone un conflitto
del medio periodo come la Guerra del Golfo una certa idea ce la
possiamo fare ed i dati sono davvero impressionanti.
Stabiliamo innanzitutto dei parametri
oggettivi per fare alcune comparazioni esplicative: dalla combustione
di 1 litro di benzina si producono 2,38 grammi di Co2 (anidride
carbonica) mentre per un litro di gasolio la percentuale di Co2 è di
2,65 grammi, facendo una media approssimativa prendiamo come unità
di misura 2,5 grammi di anidride carbonica per ogni litro di
carburante utilizzato (dati
Quattroruote 15/01/2010)
Facciamo un po' di calcoli
Un aereo Falcon F16 o un caccia F-15
Strike Eagle consumano la bellezza di 16.200 litri di carburante per
ogni ora di volo, un elicottero d'assalto Apache AH64 500 litri e un
carro armato Abrams M11 percorre 1 chilometro con 4,5 litri (450 per
100 Km)
Considerando che durante la Guerra del
Golfo il totale delle ore di volo dei caccia fu complessivamente di
6.900 otteniamo che solo dai consumi di questi velivoli sono stati
prodotti 3.888.000 Kg di Co2 durante i 38 giorni dell'operazione
Desert Storm.
Il resto dei calcoli sarebbe solo un
puro esercizio matematico, ma se a questa cifra puramente indicativa
aggiungiamo le emissioni prodotte dai mezzi dell'esercito irakeno,
delle unità navali impegnate nel conflitto dei mezzi terrestri
utilizzati per la logistica e per gli spostamenti, i roghi dei pozzi
petroliferi incendiati dalle truppe di Saddam nonché i voli
intercontinentali per il trasporto di uomini e mezzi vediamo che i
costi dell'inquinamento di una guerra sono davvero impressionanti
Danni che perdurano nel tempo
In termini di inquinamento i danni non
vanno considerati solo per la durata della guerra stessa: se
calcoliamo che alla data del conflitto irakeno la produzione
pro-capite di un italiano era di 9.800 Kg di Co2 all'anno per il
consumo energetico se ne deduce che per ogni giorno di guerra si
immette l'equivalente delle emissioni di 11.500 persone, una
cittadina di discrete proporzioni.
Gli effetti di questo inquinamento
bellico perdurano nel tempo: effetto serra, danni all'agricoltura,
agli animali e agli esseri umani. Ci sarebbe da riflettere, ma
soprattutto dovrebbero riflettere i vari governanti del pianeta
Nessun commento:
Posta un commento