Pubblicate, dal Washington Post, le sconcertanti rivelazioni sull'uso spregiudicato che la CIA faceva della tortura sui presunti terroristi catturati
6.300 pagine: si tratta del rapporto
della Commissione Intelligence del Senato americano dove si
evidenziano, qualora ce ne fosse ancora il caso, le menzogne e gli
inganni della CIA nei confronti del governo e dei cittadini
statunitensi, ma non solo, potremmo dire, visto che l'Agenzia USA di
spionaggio più famosa del mondo ha le mani in pasta da tutte le parti.
Il rapporto si basa sulle testimonianze
rese da decine di persone detenute tra il 2002 e il 2006 durante
quella che il presidente George W. Bush definì “guerra al
terrorismo” guerra che, in barba a qualsiasi trattato
internazionale sui diritti umani, prevedeva anche l'uso della tortura
per estorcere informazioni ai prigionieri. L'odiosa pratica fu
bandita ufficialmente da Obama nel 2009, ma è il caso di
sottolineare la parola ufficialmente,
perché non è dato sapere cosa tuttora avviene in maniera ufficiosa.
Giovedì
prossimo la Commissione Intelligence del Senato voterà per l'invio
del rapporto al presidente Obama che dovrebbe provvedere alla
declassificazione.
Nel
documento si legge come la CIA abbia descritto, al Dipartimento di
Giustizia e allo stesso Congresso, il programma relativo agli
interrogatori come uno strumento necessario per ottenere informazioni
vitali che non si sarebbero potute ottenere con altri mezzi al fine
di sventare complotti terroristici che avrebbero potuto causare
migliaia di vittime. Una vera e propria inquisizione dunque, che
faceva ricorso al famigerato waterbording (tecnica che consiste
nell'infilare uno straccio nella bocca del prigioniero e versarci
sopra dell'acqua provocando la sensazione dell'annegamento), ma pare
che gli agenti della CIA utilizzassero altre pratiche di tortura mai
contemplate dal Dipartimento di Giustizia americano: una sorta di
“schiacciamento” della testa all'interno di un contenitore pieno
di acqua ghiacciata.
Dal
rapporto inoltre, emergono alcune divergenze interne alla CIA tra i
vertici che insistevano per la continuazione degli interrogatori e
gli “operativi” che invece ritenevano di non poter spremere altre
informazioni attendibili dai prigionieri stremati dalle torture.
Sarà
interessante vedere se questo rapporto verrà davvero declassato e se
sarà disponibile in rete, in tal caso questo blog cercherà di
commentarlo e divulgarlo
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