Cristina Kirchner, presidente dell'Argentina, ha accusato una multinazionale americana di terrorismo
In fondo era inevitabile che prima o
poi accadesse, per troppo tempo l'America ha sfruttato la parola
terrorismo per giustificare le sue ingerenze nelle questioni
internazionali, ultimo, in ordine di tempo, l'intervento armato in
Iraq col pretesto di difendere le minoranze religiose del Paese, ma
si sa, tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino e questa
volta la trappola è scattata in Argentina dove la presidente
Cristina Fernandez Kirchner ha accusato la Donnelley, una
multinazionale USA leader nel settore della grafica, di terrorismo
finanziario.
La ragione che ha portato la Kirchner aquesta clamorosa accusa è l'improvvisa dichiarazione di fallimento
della Donnelley che di colpo ha chiuso la propria sede in Argentina
lasciando senza lavoro 400 lavoratori. Va precisato che la
multinazionale americana ha 55.000 dipendenti in tutto il mondo.
La denuncia, presentata dalla Kirchner
alla corte penale della Giustizia Federale è motivata dal fatto che
la mossa della Donnelley sarebbe stata studiata a tavolino e sarebbe
collegata ai cosiddetti “fondi avvoltoio” (è una pratica che
consiste nell'acquistare le compagnie in difficoltà finanziaria,
ristrutturarle e rivenderle, generando enormi profitti) pertanto la
multinazionale, come prevede la legge antiterrorismo argentina del
Dicembre 2011, deve rispondere dell'accusa di “alterazione
dell'ordine economico e finanziario” che potrebbe compromettere
seriamente l'equilibrio sociale del Paese.
Se inseriamo la notizia in un quadro geopolitico più ampio non possiamo fare a meno di ricordare il
recente viaggio di Putin in America Latina e a Cuba, per stringere
nuovi partenariati commerciali in risposta alle sanzioni di Europa e
Stati Uniti dopo l'annessione della Crimea.
E' sicuramente poco probabile che
l'America subisca danni diretti per questa accusa di terrorismo
rivolta ad una delle sue aziende, ma sicuramente, qualora l'Argentina
dimostrasse di avere ragione, ci sarebbe un clamoroso precedente, cosa
che potrebbe portare altri Stati poco favorevoli alle politiche della
Casa Bianca a seguire lo stesso percorso e a quel punto, la famosa
“carta terrorismo”, sarebbe più difficile da giocare da parte di
Obama
Nessun commento:
Posta un commento