La deterrenza nucleare non è più sufficiente per mantenere gli equilibri geopolitici, il nuovo obiettivo sono i vettori bellici ipersonici
16 luglio 1945, deserto del Nuovo
Messico, USA, dai laboratori della cittadella scientifica di LosAlamos viene dato il via all'esplosione della prima bomba atomica
della storia. Si conclude così il famigerato Progetto Manhattan architettato, nel 1942, dal presidente degli Stati Uniti Franklin
Delano Roosvelt e dal primo ministro inglese Winston Churchill per
contrastare l'avanzata della Germania Nazista. Al progetto, guidato
dal fisico Robert Oppenheimer, collaborarono in tutta segretezza i
migliori scienziati di fama internazionale esuli dall'Europa in
guerra, tra i quali il nostro Enrico Fermi.
Il resto lo sappiamo tutti: alle 8:15
del 6 agosto 1945 il bombardiere americano Enola Gay sgancia la prima
bomba atomica su Hiroshima, 3 giorni dopo un secondo ordigno
esploderà sulla città di Nagasaki: è la prima volta che si parla
di armi di distruzione di massa.
Per quasi 70 anni da quelle tragiche
date il mondo ha vissuto sotto l'incubo dell'olocausto nucleare che
ebbe il suo culmine con la “crisi di Cuba” del 1962, uno dei
momenti più critici della Guerra Fredda.
Nel 1980 Stati Uniti e Unione Sovietica
firmano gli Accordi START (Strategic Arms Reduction Treaty) e sembra
che l'incubo nucleare non sia più così imminente, ma in realtà lecose stanno diversamente: altri Stati, prendendo esempio dalle
politiche di “deterrenza” delle due super-potenze, decidono, più
o meno apertamente, di dotarsi di un arsenale atomico.
Ora però, il target degli eventuali
interventi militari si è spostato su un punto ancora più ambizioso:
colpire il nemico a grandi distanze prima ancora che possa mettere in
atto un piano d'attacco ed ecco che entrano in gioco i vettori bellici ipersonici, non necessariamente dotati di testate nucleari,
di cosa si tratta?
I vettori bellici ipersonici sono
missili balistici intercontinentali che superano di 5 volte la
velocità del suono (331,45 m/s ovvero 1.193,04 km/h) già
sperimentati dalla Russia nel 2005, seguita dalla Cina (ufficialmente
nel 2012) e dagli Stati Uniti che hanno compiuto l'ultimo test lo
scorso 25 agosto conclusosi con un fallimento. L'ordigno infatti è
stato fatto esplodere in volo a causa di non bene precisate anomalie.
La velocità dei vettori bellici ipersonici è tale che nessun
sistema di difesa antimissilistica esistente sia in grado di
abbatterli durante il loro volo planato.
La strategia è semplice: distruggere
le postazioni di difesa, attive o passive, in maniera fulminea e
globale.
Ovviamente questa nuova prospettiva
bellica ha suscitato l'interesse delle altre potenze nucleari, come
l'India per esempio. Il vantaggio di questa tecnologia è quello di
non dover ricorrere necessariamente all'uso di testate nucleari per
distruggere gli obiettivi, cosa che implicherebbe gravi conseguenze
nel caso di conflitti a breve raggio (se l'India attaccasse il
Pakistan con ordigni atomici, per esempio, dovrebbe fare i conti con
la contaminazione nucleare ed il fall-out su un'area molto estesa).
Ancora una volta dobbiamo constatare
quanto sia stupida l'ambizione umana: avremmo i mezzi necessari per
combattere guerre più importanti come la fame, la carestia o
malattie devastanti come l'Ebola, ma i nostri governanti continuano a
giocare ancora ai soldatini
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