Chi fa davvero comunicazione in Italia? I giornalisti, il vero giornalismo o chi vende i giornali?
La diffusione delle tecnologie
informatiche e il facile accesso ad Internet hanno sicuramente
trasformato il concetto di comunicazione, Oggi, chiunque abbia
una buona capacità di scrittura può fare giornalismo, basta
semplicemente aprirsi un blog o meglio ancora collaborare come
giornalista online per una testata e il gioco è fatto. In
sostanza la figura del giornalista non esce necessariamente
più dalle aule universitarie, non è più obbligata ai 18 mesi di
tirocinio presso una testata riconosciuta e non necessita più del
famigerato tesserino che lo qualificava come un professionista della
comunicazione.
Questa “popolarizzazione” del
concetto di giornalismo però ci porta davanti al problema
della comunicazione, nel suo aspetto più ampio: se da una
parte è vero che Internet ha permesso una maggiore democrazia che
permette a tutti di esprimere la propria opinione nell'agorà della
rete è anche vero che:
- per un lettore riesce difficile orientarsi in una così vasta mole di notizie
- che non sempre chi scrive è adeguatamente informato e in alcuni casi in malafede
- che molto spesso la notizia fornita non è frutto di ricerche od approfondimenti sul campo, ma piuttosto tende a seguire le tendenze del momento per accontentare il pubblico.
Attualmente chiunque faccia una ricerca
in rete utilizza come principale motore di ricerca Google, il più
noto e più diffuso a livello globale il quale però agisce quasi in
funzione di monopolio: una notizia è importante se risulta
indicizzata nelle prime pagine di ricerca e spesso, molti giornalisti
che scrivono online, lo prendono come riferimento per sapere cosa
cerca il lettore. Ma questo pone un grosso limite alla comunicazione,
e a quello che, con una parola grossa, si potrebbe definire il
“giornalismo vero”. Sperare in uno scoop, sotto
questa logica, è quasi impensabile: a che scopo impegnarsi in
settimane o mesi di tempo per sviluppare un indagine che metta in
luce certi aspetti della realtà o lanciare una notizia di attualità
quando sappiamo che non la leggerà nessuno perchè semplicemente non
è indicizzata sui motori di ricerca?
Semplificando e spingendo il concetto
al limite del paradosso si potrebbe dire quindi che l'informazione
non la fa il giornalista, il giornalismo è affidato
invece al giornalaio a colui cioè che è nelle condizioni di
diffondere al meglio la notizia, allo strillone in grado di
raggiungere il maggior numero di persone da incuriosire. Forse, in
questa ottica, è la scelta del lettore che segna il confine tra il
giornalista e il giornalaio, la sua volontà di tenersi
informato oltre i limiti di ciò che fa solo tendenza.
Nessun commento:
Posta un commento