Essere uomo o essere soldato? A volte disobbedire agli ordini è un esigenza di libertà
Sia ben chiara una cosa come premessa:
non considero male tutti coloro che indossano una divisa, pure i
postini ce l'hanno e se si vuole anche io quando vesto la tuta da
ebanista e pure i preti, il problema è chi c'è sotto quei panni:
uomini o soldati? Nella storia e nella vita ci sono
stati uomini che hanno fatto grande l'umanità perché guidati
da uno spirito di scoperta e di ribellione alle consuetudini
(ribellione non sempre ha un'accezione negativa!), uomini che hanno
scelto di disobbedire agli ordini, uomini
che hanno fatto del loro individualismo una bandiera, ma mai sacra
perché consapevoli che ogni scoperta genera cambiamenti, uomini che
si sono messi in gioco.
Da contro, però ci sono uomini che
hanno paura, paura dell'ignoto, paura del pensiero. Questi
uomini non sono cresciuti se non nei muscoli, perché hanno
semplicemente sostituito la mamma con il superiore e il superiore con
l'appartenenza a ideali di lotta e di battaglia, proprio come quando
noi eravamo bambini e giocavamo alla guerra con le pistole
giocattolo. Ora non fanno più 'boom' solo con bocca, uccidono
davvero bambini veri
La loro scusa è che eseguono un ordine
e, si sa, gli ordini non si discutono. Quando tornano ai loro
accampamenti cantando inni marziali hanno lasciato la loro coscienza
sui campi di battaglia e l'umanità più povera. Tutti insieme nella
stessa camerata a respirare la stessa puzza di sangue, di piedi e di
sudore pensano con orgoglio a quando mostreranno i loro trofei e le
loro imprese quando torneranno a casa, sempre se torneranno a
casa. Da qualche parte in soffitta ho una scatola di scarpe dove
conservo i soldatini della mia fanciullezza, li conservo
tutti insieme perché hanno paura del buio, ma ora sono diventato
uomo e ho imparato che la vera forza sta nel proprio cuore e nella
propria umanità e chi ha deciso, per mestiere, di uccidere e
obbedire, per favore, non mi parli di orgoglio, quello è una cosa da
grandi!
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