Esistono animali buoni e animali cattivi? Arriva il caldo e ci sarà il consueto abbandono di animali, si alzeranno voci di protesta, ma ci si proteggerà dalle fastidiose zanzare.
Estate, come tutti gli anni si
ripresenta il solito, drammatico problema dell'abbandono degli animali domestici, in special modo i cani, posti al centro di
campagne di sensibilizzazione organizzate da enti e istituzioni
spesso sponsorizzati da personaggi noti dello sport e dello
spettacolo (sarebbe interessante sapere se lo fanno a titolo gratuito
o se anche questo profondo amore per gli amici a quattro zampe non
sia un pretesto per intascare altro denaro), ma al tempo stesso altri
messaggi vengono diffusi con altrettanta enfasi, messaggi di
sterminio. Già perché evidentemente ci sono animali buoni ed
animali cattivi: zanzare, mosche e pappataci appartengono inesorabilmente alla seconda categoria.
Ma per quale ragione si fanno queste
distinzioni? Certamente la secolare convivenza con cani e gatti ha
fatto si che queste creature siano diventate parte integrante della
nostra società di esseri umani, ma va anche ricordato che in alcuni
paesi asiatici la carne di cane è considerata una prelibatezza e che
gli stessi vengono detenuti e macellati all'aperto come facciamo noi
con il pesce fresco dei mercati mentre in alcune regioni d'Italia igatti facevano parte della cucina popolare e forse, benché vietato
dalla legge, ne fanno ancora parte.
Ma mettendo da parte i punti di vista
dei vegetariani e dei vegani, i quali escludono completamente gli
animali dal discorso alimentare, possiamo notare che da noi la carne
di bovino è un elemento essenziale della nostra economia, mentre in
India le vacche sono considerate sacre e il maiale, diffusamente
allevato nel nostro Paese e utilizzato per numerosi insaccati, per i
musulmani, appena al di là del Mediterraneo, è un vero e proprio
tabù.
Stessa contraddizione per il cavallo:
adorato da alcuni e “magnato” da altri.
Ovviamente, quindi, il discorso è
puramente culturale: quello che ci fa stabilire quali sono gli
animali buoni e gli animali cattivi è il contesto sociale in cui
viviamo.
Quello che appare meno ovvio invece è
l'aspetto contraddittorio di certe pubblicità che ci fanno vedere le
zanzare come esseri maligni posti in agguato delle nostre serene
grigliate all'aperto, creature da combattere e distruggere con tutti
i mezzi necessari, persino con quelle strane lampade azzurrine che
tanto sanno di sedia elettrica e ci si domanda: quanto può essere
educativo un tale esempio?
Già, i produttori di insetticidi non
si pongono certo di questi problemi, l'importante è vendere e non
importa il significato intrinseco del messaggio: ci sono animali
buoni e animali cattivi dimenticando che l'equilibrio naturale del
pianeta si basa sulla convivenza di tutte le creature
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