Jean Francosis Gayraud, criminologo nonché commissario di polizia francese fa un'analisi delle crisi finanziarie secondo un'ottica piuttosto originale
Il criminologo francese Jean
Francosis Gayraud analizza il fenomeno delle crisi finanziarie
sotto una chiave particolare, quella appunto della criminologia,
essendo lui un esperto di questo settore nonché commissario della
polizia francese. Lo fa in un libro da lui pubblicato, “Lenouveau capitalisme criminel” (Il nuovo capitalismo criminale)
edito da Odile Jacob reperibile anche online sul sito di Amazon.
In un'intervista rilasciata alla rivista francese “Basta!”
ha commentato con queste parole: “E se la crisi finanziaria
fosse un'enorme frode? Il capitalismo troppo deregolamentato ha
incentivato la criminalità e le frodi in una maniera senza
precedenti”
Secondo Jean Francosis Gayraud
le origini di questo fenomeno che lui definisce criminogeno vanno
ricercate negli anni '80 quando la globalizzazione dei mercati e la
deregolamentazione hanno raggiunto l'apice e le leggi successive,
varate con lo scopo di riordinare il sistema finanziario sono servite
a ben poco e di fatto non hanno cambiato nulla allo stato delle cose.
L'autore del libro dichiara che oggi si
può parlare di capitalismo criminogeno nel senso che offre ampi
spazi di azione alle frodi ed alle attività criminali e noi, in
Italia, ne abbiamo esempi eclatanti e piuttosto recenti, basti
pensare all'Expo 2015 o al recentissimo caso del progetto Mose
di Venezia che vede coinvolti sindaci, amministratori e persino
quegli stessi preposti al controllo della correttezza delle procedure
come alcuni alti esponenti della Guardia di Finanza
L'accento di Gayraud vuole
evidenziare il fatto che le varie teorie proposte fino ad oggi nel
tentativo di spiegare la crisi finanziaria, da quella dei fallimenti
a quella dei cicli, non hanno voluto tenere nella giusta
considerazione gli aspetti più propriamente sociologici del
fenomeno: è evidente che le grandi lobby capitaliste non hanno
nessunissima ragione per volere cambiare lo stato attuale delle cose,
tutt'altro: è proprio la deregolamentazione che favorisce il grosso
accumulo di capitali e ricchezza, politica e criminalità spesso, se
non sempre, agiscono di pari passo sfiorando confini a volte
impercettibili.
Altro aspetto evidenziato in questa
analisi criminologica delle crisi economiche è il fatto che gli
stessi politici che dovrebbero operare con leggi adeguate per
stabilire delle regole efficienti, pur consapevoli del fatto che una
eccessiva deregolamentazione offre un più ampio spazio alle frodi e
agli imbrogli, vuoi per incapacità o vuoi per interessi nascosti,
mostrano la tendenza a sottovalutare il fatto varando leggi che hanno
più che altro l'aspetto di un vero e proprio “imbellettamento”
lasciando che nella sostanza le cose rimangano così come sono
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