Non sono un grillino e tanto meno un simpatizzante del Movimento 5 Stelle ma quello che ho scoperto stamattina mi ha fatto incazzare come se lo fossi
Generalmente preferisco evitare di
scrivere in prima persona, ma quello che ho scoperto stamattina mi ha
fatto letteralmente indignare e ho deciso di dirlo forte: circola
un'applicazione reperibile sullo store di Google che si chiama“M5Stop”, c'è il nome dell'autore (a dir la verità queste app
sono almeno due da quanto ho visto, ma non voglio indagare oltre) e
poi c'è questa scritta “Rimuove la spazzatura Grillesca dalla
timeline facebook). Come ho detto, e forse come qualcuno avrà capito
bene leggendo alcuni dei miei post, non sono assolutamente grillino,
non sono d'accordo su come Grillo ha gestito l'enorme potenziale di
protesta che era riuscito a motivare intorno al Movimento e non mi
schiero a favore di nessuno, ma quell'applicazione è aberrante,incivile e scandalosa!
E' una vergognosa censura che, se non
eliminata subito dal web può diventare un pericoloso precedente.
Liberi ciascuno di pensarla come gli pare, si può essere in
disaccordo, ci si può girare dall'altra parte per non sentire, si
può gridare più forte per coprire la voce dell'altro, ma censurare
mai, è un gravissimo passo indietro nella storia e richiama ad un
triste passato.
In pratica l'applicazione (l'ho provata
e poi rimossa) agisce come il famigerato Echelon: non appena
individua la parola Grillo o M5S o chissà quale altre key relative
all'argomento, oscura il post consigliando di sostituirlo con una
frase diversa, ma consentendo comunque di aprirla dietro la propria
responsabilità. Spero che il web, di qualunque colore e schieramento
si sollevi contro questo abominio. Cercheranno forse di farla passare
come una goliardata, ma un domani le parole Grillo o M5S potrebbero
essere sostituite con “musulmano”, “meridionale”,
“prostituta” o qualunque altra key venga in mente al censore di
turno. Quando è troppo è troppo e in questo caso, grillini del
Movimento, avete la mia solidarietà, anche se sono uno.
P.S. Anche se non interessa a nessuno,
questo sfogo è il primo di una nuova etichetta del mio blog: “In
prima persona”
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