Uno dei più accreditati storici americani, Stephen Cohen, in un intervista rilasciata a Russia Today muove un'accusa severa alla politica estera americana accusando Obama di miopia.
Cohen è autore del libro
“Soviet fates and lost alternatives: from stalinism to the New ColdWar”.
Secondo lo studioso americano la crisi
ucraina è il naturale epilogo di 20anni di politica estera
americana sotto la guida di Bush fino ad Obama,
passando per Clinton naturalmente. Durante questi 20anni
l'America si è chiusa, anche grazie al massiccio intervento dei
media, in una posizione quasi autoreferenziale che l'ha portata a
considerare la Russia solo come un “nemico a priori” e ha fatto
si che un dibattito pubblico, e anche politico, sui veri interessi
nazionali degli Stati Uniti, rimanesse una lettera morta, anzi, non
ha mai visto la luce del sole
Cohen propone un'interessante
analogia con la guerra civile americana: “Lincoln non ha mai
chiamato terroristi i Confederati -dichiara nell'intervista- Egli
ha sempre detto che, per quanto la guerra civile fosse un male,
voleva che i concittadini tornassero nell’Unione. Perché Kiev sta
dicendo che i propri cittadini sono terroristi? Sono ribelli. Sono
gente che protesta. Hanno un programma politico. Perché Kiev non
invia una delegazione per negoziare con loro?”
Questa
affermazione fa riflettere come l'America si pone nei confronti dei
suoi antagonisti e in questo caso i suoi interessi con l'Ucraina
sono legati a fattori strategici, economici e geopolitici: avvicinare
sempre di più la NATO
presso i confini russi, mettere le mani sui giacimenti di gas naturale e garantirsi un affaccio diretto sul Mar Nero.
Del
resto, negli ultimi due decenni, il pretesto di combattere il
terrorismo in tutte le sue forme è sempre stato la chiave che gli
Stati Uniti hanno utilizzato per intervenire militarmente in tutti
quei conflitti dove potevano essere compromessi i propri interessi
dimenticando che forse sono stati loro, con le bombe di Hiroshima eNagasaki, a compiere il più grande gesto terroristico della storia.
Ma si sa, la ragione è sempre del più
forte e così, grazie ad un non tanto velato intervento della Cia,
che ha fomentato il governo di Kiev, l'America
ha allargato la sua presenza verso est. Continua lo storico:
“Le
loro richieste non sono irragionevoli. Vogliono eleggere i propri
governanti – noi eleggiamo i nostri governanti. Vogliono una voce
in capitolo sulla destinazione delle tasse che pagano – ‘No
taxation without representation’, sappiamo di cosa si tratta. Ci
sono degli estremisti tra di loro, ma ci sono anche delle persone che
vogliono semplicemente vivere in una Ucraina che sia di tutti. E
invece l’esercito di Kiev, con il pieno sostegno degli Stati Uniti,
sta sostenendo questo assalto.”
Secondo
Cohen,
la miopia della politica estera di Obama
si evidenzia proprio nell'attrito causato dall'ingerenza nellavicenda ucraina, dimenticando che Mosca si era già dimostrata una
potente alleata nella crisi siriana, nella questione iraniana e in
Afghanistan la quale adesso ha deciso di spostare le sue attenzioni
verso la Cina escludendo il dollaro dal circuito economico delle sue
nuove alleanze.
“In
questo paese in più di 20 anni si è venuta formando un’ortodossia
sulla Russia”, ha aggiunto. «E non solo è sbagliata, ma è
imprudente. Ci ha portato a questa crisi in Ucraina … L’unico
modo per rompere l’ortodossia è l’eresia. Alcune delle cose che
dico sono considerate come eretiche, un tradimento, antipatriottiche.
Ma l’eresia è una cosa buona, quando è necessaria.”
http://www.generazioneweb.net/
http://www.generazioneweb.net/
Nessun commento:
Posta un commento