sabato 20 settembre 2014

Ieri la Francia ha effettuato i primi raid aerei sull'Iraq, cosa cambierà ora?

Caccia_Rafale

La “grandeur” francese ha fatto centro: ieri i primi bombardamenti di uno Stato europeo in Iraq, forse Hollande vuole riconquistare i consensi?

L'Europa è in guerra contro il Califfato islamico dell'Isis, dopo la Gran Bretagna, già presente in Iraq dal 14 agosto scorso con alcuni nuclei speciali delle SAS (Special Air Service) ieri l'Eliseo ha dato il seguente annuncio: Stamattina alle 9.40 i nostri aerei Rafale hanno condotto un primo bombardamento contro un deposito logistico dei terroristi dell’organizzazione Daech nel nordest dell’Iraq. L’obiettivo è stato raggiunto e interamente distrutto. Nei prossimi giorni seguiranno altre operazioni”
Una decisione quasi repentina e inaspettata che ancora una volta mette in discussione la credibilità dell'Europa e i suoi nazionalismi. In effetti la prima cosa che viene in mente è che Hollande, con questa operazione bellica, voglia rifarsi la faccia dopo gli scandali sentimentali che hanno travolto la sua carriera politica, sfoggiando la “grandeur” francese.
In effetti, un po' alla spicciolata, stiamo entrando in un conflitto le cui sorti non sono affatto prevedibili: Obama parla di almeno 40 Paesi disposti a sostenere, anche sul fronte militare, la coalizione anti-Isis decisa il 5 settembre al vertice Nato di Newport (Galles) e di altri 30 che sosterrebbero l'iniziativa fornendo logistica, basi militari di supporto e aiuti umanitari, ma in un un contesto talmente confuso e sparpagliato da far ritenere che l'auto proclamatosi califfo Abu Bakr al-Baghdadi almeno un primo risultato l'abbia messo a segno: gettare l'Occidente nel panico. I video delle decapitazioni, oramai è accertato, non sono riprese improvvisate fatte da guerriglieri sudati durante l'esaltazione di un operazione militare, ma veri e propri spot pubblicitari studiati a tavolino con tanto di regia e di post-produzione, proprio come le pubblicità del Mulino Bianco solo con un finale un po' più macabro.
Ma l'azione francese, dicevamo, affonda il coltello nell'intrinseca fragilità dell'Europa. Mentre gli Stati Uniti prevedono che una decisione importante come entrare in guerra passi attraverso l'approvazione del Congresso, almeno sulla carta perché, come fece già George W. Bush per la Guerra del Golfo, anche questa volta Obama ha deciso, vista la gravità della situazione e l'urgenza di difendere le minoranze cristiane e zaidiste perseguitate dagli jihadisti (leggi giacimenti petroliferi e gas naturale) di intervenire motu proprio, ma Obama è il presidente di una confederazione di Stati, uniti appunto, il presidente degli Stati Uniti d'Europa non esiste, non ora perlomeno e gli stati della Comunità europea che si sono detti favorevoli sono Gran Bretagna, Francia, Polonia, Danimarca e Italia, naturalmente, che non poteva non seguire le direttive americane, 5 su 28, anche se in seguito non si può prevedere e questa dimostrazione di mascolinità che Hollande ha voluto dare al mondo avviene nello stesso giorno in cui l'Europa avrebbe potuto essere costretta a rivedere molte cose tanto dal punto di vista politico quanto da quello economico: la secessione della Scozia dal Regno Unito mentre Barcellona scalpita annunciando che il prossimo 9 novembre la Catalogna si recherà alle urne con la medesima richiesta di indipendenza.
E' evidente che qualcosa non quadra e basta un semplice sillogismo per capirlo: se Francia e Regno Unito fanno la guerra all'Isis e se Francia e Regno Unito fanno parte dell'Europa, allora l'Europa fa la guerra all'Isis, ma dimentichiamo che la Germania, tanto per citare, si è espressa in maniera contraria alla coalizione di Obama e gli altri 22 Stati ancora non hanno assunto una posizione chiara rispetto la faccenda.
In realtà in tutta questa situazione chi ne trae il principale vantaggio è proprio il nemico contro cui ci si è coalizzati, l'Isis che dagli attacchi aerei fatti con droni e bombardieri vedrà sì qualche postazione distrutta, ma è inevitabile che durante i bombardamenti ci saranno vittime tra i civili, le prossime che vedremo postate su YouTube e queste spingeranno all'indignazione di tutta la comunità musulmana che ha radici oramai in tutte le principali aree urbane del pianeta, all'orrore delle decapitazioni assisteremo allo strazio di bambini innocenti dilaniati dalla chirurgia balistica. Questa è una guerra di leader: Obama vuole distrarre gli americani dalla recessione, Cameron vuole dimostrare il suo ruolo di potenza in seno alla Comunità Europea, Hollande vuol far dimenticare ai francesi la brutta figura della scappatella in motorino e Renzi... beh a lui basta un gelato per sdrammatizzare

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