La “grandeur” francese ha fatto centro: ieri i primi bombardamenti di uno Stato europeo in Iraq, forse Hollande vuole riconquistare i consensi?
L'Europa è in guerra contro il
Califfato islamico dell'Isis, dopo la Gran
Bretagna, già presente in Iraq dal 14 agosto scorso con alcuni nuclei speciali delle SAS
(Special Air Service) ieri l'Eliseo ha dato il seguente annuncio:
“Stamattina
alle 9.40 i nostri aerei Rafale hanno condotto un primo bombardamento
contro un deposito logistico dei terroristi dell’organizzazione
Daech nel nordest dell’Iraq. L’obiettivo è stato raggiunto e
interamente distrutto. Nei prossimi giorni seguiranno altre
operazioni”
Una
decisione quasi repentina e inaspettata che ancora una volta mette in
discussione la credibilità dell'Europa e i suoi nazionalismi. In
effetti la prima cosa che viene in mente è che Hollande, con questa
operazione bellica, voglia rifarsi la faccia dopo gli scandali
sentimentali che hanno travolto la sua carriera politica, sfoggiando
la “grandeur” francese.
In
effetti, un po' alla spicciolata, stiamo entrando in un conflitto le
cui sorti non sono affatto prevedibili: Obama parla di almeno 40
Paesi disposti a sostenere, anche sul fronte militare, la coalizione
anti-Isis decisa il 5 settembre al vertice Nato di Newport (Galles) e di altri 30 che sosterrebbero
l'iniziativa fornendo logistica, basi militari di supporto e aiuti
umanitari, ma in un un contesto talmente confuso e sparpagliato da far
ritenere che l'auto proclamatosi califfo Abu
Bakr al-Baghdadi almeno un primo risultato l'abbia messo a segno:
gettare l'Occidente nel panico. I video delle decapitazioni, oramai è
accertato, non sono riprese improvvisate fatte da guerriglieri sudati
durante l'esaltazione di un operazione militare, ma veri e propri
spot pubblicitari studiati a tavolino con tanto di regia e di
post-produzione, proprio come le pubblicità del Mulino
Bianco
solo con un finale un po' più macabro.
Ma
l'azione francese, dicevamo, affonda il coltello nell'intrinseca
fragilità dell'Europa. Mentre gli Stati Uniti prevedono che una
decisione importante come entrare in guerra passi attraverso
l'approvazione del Congresso, almeno sulla carta perché, come fece
già George W. Bush per la Guerra del Golfo, anche questa volta Obama
ha deciso, vista la gravità della situazione e l'urgenza di
difendere le minoranze cristiane e zaidiste perseguitate dagli
jihadisti (leggi giacimenti petroliferi e gas naturale) di
intervenire motu proprio, ma Obama è il presidente di una
confederazione di Stati, uniti appunto, il presidente degli Stati
Uniti d'Europa non esiste, non ora perlomeno e gli stati della
Comunità europea che si sono detti favorevoli sono Gran
Bretagna,
Francia,
Polonia,
Danimarca
e Italia,
naturalmente, che non poteva non seguire le direttive americane, 5 su
28, anche se in seguito non si può prevedere e questa dimostrazione
di mascolinità che Hollande ha voluto dare al mondo avviene nello
stesso giorno in cui l'Europa avrebbe potuto essere costretta a
rivedere molte cose tanto dal punto di vista politico quanto da
quello economico: la secessione della Scozia dal Regno Unito mentre
Barcellona scalpita annunciando che il prossimo 9 novembre la Catalogna si
recherà alle urne con la medesima richiesta di indipendenza.
E'
evidente che qualcosa non quadra e basta un semplice sillogismo per
capirlo: se Francia e Regno Unito fanno la guerra all'Isis e se
Francia e Regno Unito fanno parte dell'Europa, allora l'Europa fa la
guerra all'Isis, ma dimentichiamo che la Germania, tanto per citare, si è espressa in
maniera contraria alla coalizione di Obama e gli altri 22 Stati
ancora non hanno assunto una posizione chiara rispetto la faccenda.
In
realtà in tutta questa situazione chi ne trae il principale
vantaggio è proprio il nemico contro cui ci si è coalizzati, l'Isis
che dagli attacchi aerei fatti con droni e bombardieri vedrà sì
qualche postazione distrutta, ma è inevitabile che durante i
bombardamenti ci saranno vittime tra i civili, le prossime che vedremo
postate su YouTube e queste spingeranno all'indignazione di tutta la
comunità musulmana che ha radici oramai in tutte le principali aree
urbane del pianeta, all'orrore delle decapitazioni assisteremo allo
strazio di bambini innocenti dilaniati dalla chirurgia balistica.
Questa è una guerra di leader: Obama vuole distrarre gli americani
dalla recessione, Cameron vuole dimostrare il suo ruolo di potenza in
seno alla Comunità Europea, Hollande vuol far dimenticare ai
francesi la brutta figura della scappatella in motorino e Renzi...
beh a lui basta un gelato per sdrammatizzare
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