L'8 maggio del 1945,
con la resa della Germania nazista,
termina la seconda guerra
mondiale che aveva visto coinvolti tutti i continenti, il 2
settembre dello stesso anno, con lo sgancio di due bombe atomiche su
Hiroshima e Nagasaki si arrende anche il Giappone. Sembra la
fine di un conflitto che ha causato milioni di morti, civili e
militari, rovine, distruzione; sembra che il mondo si risvegli
finalmente alla pace pronto a ricostruire sulle macerie,
rinasce
la speranza dei sopravvissuti, si cerca di dimenticare l'orrore,
ma un altro incubo si profila all'orizzonte: l'era nucleare
che vede contrapporsi Stati Uniti e Unione Sovietica. Inizia così
tra le due parti una frenetica corsa al riarmo nucleare, si
potenziano gli armamenti, si posizionano basi militari all'interno
degli stati alleati e il mondo si risveglia inorridito dal rischio di
un
olocausto nucleare in grado di annientare la vita e la
civiltà su questo pianeta. La famosa
crisi di Cuba del 1961
rischia di rappresentare il
“punto di non ritorno”, ma
fortunatamente il buon senso e la diplomazia riescono a sventare
questo rischio. Paradossalmente però è proprio la presenza di
queste due superpotenze e la
minaccia nucleare a garantire al
pianeta un certo grado di stabilità, i due paesi tendono a mantenere
il delicato equilibrio dividendo il mondo il mondo in due: da una
parte i paesi alleati con gli Stati Uniti e dall'altra quelli sotto
il controllo della Russia e si assiste ad un periodo di relativa
pace
armata nella paura che la situazione possa nuovamente uscire
fuori controllo. L'apertura di un dialogo con la Casa Bianca da parte
di Gorbaciov per un progressivo disarmo rappresenta un punto
importante nella storia del XX1 secolo, una svolta che però sta
rappresentando a tutt'ora una recrudescenza di conflitti a livello
globale:
stiamo combattendo la Terza Guerra Mondiale. I
conflitti attualmente in corso sul pianeta sono diffusi a macchia di
leopardo, dalle guerre confessionali a quelle civili, dai tentativi
di accaparrarsi risorse o fonti energetiche ci ritroviamo ancora con
le armi, convenzionali o non, che crepitano una rabbia inconsulta.
Gli Stati in possesso di tecnologie nucleari sono aumentate,
soprattutto in quegli stati che fino a poco tempo fa erano
considerati “terzo mondo”, Stati molto spesso a forte
connotazione religiosa con apparati diplomatici ancora giovani e
inesperti (vedasi il dittatore nordcoreano Kim Sung-un), in grado di
minacciare il delicato equilibrio internazionale, Stati che senza la
contrapposizione dei due blocchi si sono posti nella condizione di
“Homo homini lupus”. Il tutto senza contare le guerre
sotterranee combattute contro le varie mafie mondiali, dalla
'ndrangheta calabrese alla yakuza del Sol Levante. Noi, presi nel
caos delle informazioni e persi nelle maglie telematiche della rete
non ce ne rendiamo conto, ma
la Terza Guerra Mondiale la stiamo
già vivendo