No, esatto, non sono
andato più dal mio psicanalista, perché? Tu!? Tu cosa avresti fatto
al posto mio? Lo so cosa pensi ed è inutile che lo chiarisca con
quegli sguardi compassionevoli, ma ti dirò di più! Io non sono
affatto pazzo a dispetto della mia rovina e dei miei abiti
stracciati; sarò un po svitato, forse, ma non più di tanto e
ricorda, tra l'altro, che le mie fontane e i miei cavalli di pietra
dominano ancora sulle piazze di questa città e che tu stesso, così
premuroso e comprensivo ora, con un povero vecchio rimbambito, mi hai
chiamato maestro.
Tutti quegli uomini,
ragazzo mio, tutti quegli uomini erano pazzi, totalmente e
irrimediabilmente pazzi...era come...era come se nulla avesse più
coerenza con quello che sapevo...o che credevo di sapere e quale che
fosse stata la realtà in quel momento o in tutti i momenti che ho
vissuto da allora fino ad oggi, credo che un giorno perdemmo qualcosa
di importante che forse non ritroveremo più.
A un certo punto, non lo
dimenticherò mai, una delle pazienti che attendevano con me nella
sala d'aspetto si mise in piedi e recitò una poesia, ma lei era muta
ed io ero sordo e così si perse nel vuoto insieme alla mia
immaginazione.